Arrivederci crescita: se ne riparla nel 2021. Ecco il verdetto di Bain&Co sull’impatto della pandemia di Coronavirus sul lusso mondiale. Niente più “single digit growth”, come previsto in autunno, ma un arretramento del giro d’affari stimabile anche del 25% su base annua, con maggiore danno sui profitti. Lo sostiene il report Luxury after Covid-19: changed for the good?. Le proiezioni, va da sé, dipendono dai diversi (ora imprevedibili) decorsi che può prendere la pandemia. Se nello scenario più ottimistico il calo può contenersi nella fascia 15-18%, nel peggiore può arrivare al 30-35%.
Il verdetto di Bain&Co
“Stando ai dati aggiornati al 25 marzo non possiamo che rivedere le nostre previsioni – spiegano al Sole 24 Ore Claudia d’Arpizio e Federica Levato –. Il 2018 si era chiuso a 281 miliardi (+4% a tassi costanti sul 2018) e da qui al 2025 indicavamo una crescita compresa tra il +3 e il +5%”. Qual è, ora, lo scenario aggiornato? “Il primo trimestre si chiuderà con un calo di vendite comprese tra il 25% e il 30% – rispondono le consulenti di Bain – e per l’intero esercizio la perdita sarà tra il 22% e il 25%, pari a una cifra tra 60 e 70 miliardi di euro”. Il colpo sarà tale, prevede l’analisi, da indurre i brand a rivedere le filiere. Si va incontro alla revisione complessiva del ciclo di vita del prodotto e della gestione degli stock.
Il ritorno alla crescita
“Per il 2021 prevediamo il ritorno alla crescita, alimentata dai trend che avevamo individuato sin dal 2019 e che sarebbero stati alla base della corsa del 2020 – continuano le autrici –. La spinta verrà dal mercato cinese, dalla digitalizzazione e dalle generazioni X e Y”. Il report, però, non esclude che la pandemia continui a far sentire i propri effetti anche l’anno prossimo. Se alcuni Paesi faranno esperienza di un rapido rimbalzo, altri, invece, conosceranno un processo graduale di calo e stabilizzazione. Del primo gruppo fanno parte la Cina e i Paesi asiatici. Mentre il Giappone presenta caratteristiche intermedie, si legge nel report Bain, c’è da attendersi che l’Europa e le Americhe vivranno una più lenta stagione di recupero.
La sfida per le aziende
Non tutti torneranno alla normalità, sostengono le consulenti di Bain. Per l’industria è il momento di ripensarsi, e anche in tempi rapidi. Va messa in sicurezza la salute degli operatori per fronteggiare l’emergenza, certo, ma bisogna anche pianificarne l’uscita. Per i player del settore, l’esperienza sarà un acceleratore di innovazione. La principale è quella in direzione del digitale. “La filiera del lusso è lunga e complessa, i grandi player sono aziende enormi – concludono –, ma è necessario rendere ogni processo decisionale più agile. La supply chain deve seguire, osservando due mantra: flessibilità e sostenibilità”.
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