Sedersi alla scrivania per il primo giorno di lavoro e, poi, trovarsi nel giro di qualche settimana in una pandemia globale. Capita. A Massimo Piombini, da fine gennaio CEO di Diesel, è capitato. Ma il manager, “strappato” da Renzo Rosso a Balmain, l’ha presa con filosofia. Come spiega a L’Economia, inserto del Corriere della Sera, il lockdown ha imposto un’urgenza diversa alla sua agenda, che altrimenti non ci sarebbe stata. Ma, per il resto, il virus non ha stravolto i piani di Piombini per Diesel.
Pronti, via
“Sono arrivato il 27 gennaio e il 6 febbraio c’è stato il primo contingentamento per il Covid – ricorda il CEO –. Un inizio intenso. Lo sarebbe stato comunque, visto che sono stato chiamato per ricostruire un certo tipo di percepito sul brand. Il virus ha dato uno scossone che ci ha permesso di mettere i atto decisioni che avremmo preso comunque, ma con tempi più lunghi”.
I piani di Piombini per Diesel
Che vuol dire “ricostruire il percepito”? Piombini, come spiega lo stesso manager, è stato ingaggiato per riportare Diesel ai fasti degli anni ’90. Una missione di una certa delicatezza, visto che il marchio vale il 60% del giro d’affari di OTB. Una missione che, oltretutto, partiva da un buon 2019, quando il brand aveva registrato il +2,6% su base annua. Be’, è possibile tornare ai tempi d’oro? “Ci sono tutte le caratteristiche perché avvenga”, risponde il CEO. Malgrado il curriculum tutto sviluppato nel lusso, Piombini chiarisce che la strategia non passa dal riposizionamento verso l’alto. Anzi, “al contrario – afferma – il brand diventerà quello che Renzo vuole: un’alternativa al lusso”.
Il contesto
Certo, Piombini non intende dire che la pandemia è passata senza che se ne accorgesse. Ha lasciato un segno nella distribuzione, ma più in generale sui processi: “Cambierà anche il modo di progettare le collezioni – assicura –: non c’è più bisogno del campionario fisico, si può lavorare con un approccio alla supply chain diverso, si riducono i costi delle campagne vendite”. Mentre dal punto di vista dello stile parla di ritorno all’identità denim del marchio (e, quindi, dal punto di vista degli accessori prevede l’accelerazione sulle sneaker), non nega che l’attenzione sarà rivolta soprattutto al marketing. “Il prodotto è importante – conclude –, ma da solo non basta più senza la giusta distribuzione e comunicazione”.
Leggi anche: