In una Cina affaticata alle griffe quasi quasi piacciono i daigou

In una Cina affaticata alle griffe quasi quasi piacciono i daigou

Daigou o non daigou? In una Cina affaticata, i marchi si chiedono se i “pro” del mercato dei contrabbandieri del lusso siano superiori ai “contro”. Mentre l’isola di Hainan rappresenta sempre più la speranza del settore nella Repubblica Popolare.

La Cina affaticata

Nel secondo trimestre la crescita economica della Cina è stata del +4,7% rispetto all’analogo periodo del 2023. “Ben al di sotto delle aspettative” secondo gli analisti, dopo il +5,3% del primo trimestre. Le vendite al dettaglio sono aumentate del 2% a giugno, rispetto al +3,7% registrato a maggio, segnando il “livello più debole dalla fine delle restrizioni pandemiche”, ha affermato al South China Morning Post Lynn Song di ING. Secondo l’economista, la debole fiducia del pubblico si riflette nella fiacca attività in molte categorie di consumi discrezionali. In definitiva Louise Loo, economista capo di Oxford Economics, prevede che l’economia cinese “non raggiungerà” l’obiettivo di crescita annuale di circa il 5% ma si fermerà al 4,8% nel 2024.

 

 

La speranza Hainan

In questo contesto economico, la speranza dei marchi si chiama Hainan. Le Hawaii della Cina saranno il mercato duty-free più grande del mondo. Secondo Jing Daily i marchi dovrebbero concentrarsi più sull’esperienza dei consumatori piuttosto che sull’attività dei daigou. Nonostante negli ultimi anni Pechino abbia intensificato le normative anti-daigou, le differenze di prezzo tra beni tassati e quelli esenti da dazi ne favoriscono ancora l’attività. Soprattutto ora, con i clienti, anche facoltosi, che si mostrano più cauti e razionali nello shopping.

Gli aspetti positivi

Le attività dei daigou comportano degli aspetti positivi. Perché? Aiutano comunque a far crescere il fatturato, a conquistare quote di mercato a scapito della concorrenza e a fidelizzare nuovi clienti. Questo non cancella, of course, gli effetti negativi, come la mancanza di controllo della vendita all’ingrosso, l’erosione della marginalità e la rischiosa promiscuità col mercato dei fake. I marchi cosa preferiscono? Secondo Thomas Piachaud di Re-Hub: “Il business dei daigou rimarrà forte nel 2024. Molti brand in questo mercato grigio registreranno tassi di crescita superiori rispetto a quelli del fatturato e delle vendite online”. (mv)

Foto Shutterstock

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