Priscila Alexandre Spring, direttrice creativa della pelletteria di Hermès, apre le porte dell’atelier della maison a Pantin, vicino a Parigi, in occasione di una videointervista per Vogue. Un viaggio esclusivo (che potete vedere cliccando qui) che parte dallo schizzo, e che si focalizza sulla prototipazione di borse come la Kelly, fino alla scelta dei metalli da inserire come fibbia. Tutto raccontato da artigiani che lavorano da anni per la griffe francese e che si formano costantemente.
Come nasce la pelletteria di Hermès
Il percorso segue una serie di tappe rituali. Si inizia dagli uffici in cui vengono ideati gli schizzi di nuovi modelli e si rivedono quelli storici. Si arriva alla produzione di prototipi in piccole maquette di carta e ai pezzi speciali costruiti in salpa, che permette ai designer di sperimentare il posizionamento di tasche o fibbie. L’attenzione maggiore è data, comunque, agli artigiani, che costruiscono le borse interamente a mano, cucendo insieme i pezzi di pelle e studiando il modo in cui le chiusure metalliche saranno attaccate alla borsa.
Attenti anche al minimo rumore
Alexandre Spring specifica come da Hermès si studi persino il rumore, relativamente al tintinnio metallico dei pezzi di ottone che sbattono l’uno contro l’altro. Lo studio è fondamentale per capire il suono che producono i metalli, perché sono i dettagli che fanno la differenza in una borsa di lusso. Come le cuciture, che sono eseguite con il punto sellaio realizzato utilizzando due aghi incrociati.
La formazione
A colpire, però, è la formazione necessaria che serve prima di poter lavorare su alcuni prodotti. Sono necessari 4 anni di apprendistato prima di lavorare su una Kelly, che richiede 13 ore di lavoro per essere ultimata. Una tempistica che, però, varia a seconda dei materiali.
La sostenibilità della Kelly
Punta di diamante di Hermès, è stata ideata nel 1837, anno di fondazione della maison. La borsa era concepita come porta-sella per i cavalieri durante le battute di caccia. Una prima rivisitazione è avvenuta nel 1930, quando è stato ridotto notevolmente il suo formato ed è stata conferita la forma trapezoidale – che l’ha resa l’accessorio femminile per eccellenza. La vera consacrazione è arrivata però nel 1956, grazie a Grace Kelly. Una storia, dunque, che dura da quasi due secoli e si rinnova ogni giorno. Perché le borse di Hermès sono pensate “per essere longeve e per essere riparate”, sottolinea Spring. Che poi è il vero concetto di sostenibilità. (dc)
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