“Non c’è niente che non funzioni in Gucci. I fondamentali del marchio sono molto forti. Siamo sicuri che intrinsecamente abbia tutti gli ingredienti per performare molto bene nei prossimi anni“. Ha risposto così, molto seccato e infastidito a una domanda di un’analista sul conto della griffe, il direttore finanziario di Kering Jean-Marc Duplaix. Gucci, del resto, è stato al centro delle domande della conference call del gruppo francese del lusso successiva alla pubblicazione della prima trimestrale 2022. Lo è stato inevitabilmente, perché è cresciuto meno del previsto (causa Cina) e frenando parzialmente lo slancio del gruppo. Il quale, invece, gode (e molto) per i risultati di Saint Laurent e Bottega Veneta.
Kering gode meno per Gucci
Gucci ha generato più della metà dei ricavi di Kering nel primo trimestre 2022, aumentando le sue vendite di circa il 13% su base comparabile. Gli analisti avevano previsto una crescita di quasi il 19%. Colpa della Cina dove, secondo Barclays, la maison realizzerebbe un terzo delle sue vendite al dettaglio. Kering ha spiegato che le vendite di Gucci sono state ottime in Nord America e in Europa occidentale. Invece, “la performance in Asia-Pacifico è stata più contrastata a causa delle recenti nuove misure di restrizione legate a Covid, in particolare nella Cina”. Duplaix, scrive WWD, a proposito di Cina, ha svelato la prossima strategia della griffe guidata da Marco Bizzarri. Cioè: potenziare le filiali locali, con più personale cinese “poiché ogni mercato ha le sue peculiarità”. Investimenti che sono stati rinviati al momento in cui la pandemia si attenuerà.
Saint Laurent e Bottega Veneta
Il ritmo debole di Gucci spicca nel confronto con le performance delle altre maison di Kering. Yves Saint Laurent ha piazzato il +37%, superando le previsioni degli analisti ferme al 24% (fonte Bloomberg). “La sua chiara strategia sul merchandising e la distribuzione” e il fatto che ” è storicamente forte con i clienti locali, e meno dipendente dai flussi turistici” sono le ragioni della crescita secondo Duplaix. Anche Bottega Veneta ha superato le stime degli analisti: +16,3% grazie a una “strategia di iconizzazione coerentemente implementata”. I ricavi delle “altre case”, che includono anche Balenciaga, Alexander McQueen e Brioni, sono migliorati del 35,1%. Complessivamente i ricavi di Kering sono aumentati del 21,4% su base comparabile a 4,96 miliardi di euro. (mv)
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