L’obiettivo è quello di “cambiare il modo in cui noi, in quanto società, trattiamo gli animali e la natura”. L’auspicio, quindi, è di osservare “un’adozione diffusa degli standard attraverso la collaborazione con i nostri fornitori, il settore del lusso e della moda in senso ampio, e anche con l’industria agro-alimentare, nelle catene di approvvigionamento condivise”. Così parlò Kering, per voce della sua responsabile dello Sviluppo Sostenibile, Marie-Claire Daveu, per presentare i suoi nuovi standard in materia di animal welfare. Standard che riguardano tutte le specie animali coinvolte nella filiera produttiva delle griffe che rientrano nel portafoglio del colosso francese, ponendo in primo piano, specificano da Parigi, il benessere di bovini e ovicaprini “lungo tutto il loro ciclo di vita”. Nella pratica, Kering ha varato una sorta di ranking per i fornitori della sua filiera stabilendo tra livelli: bronzo, argento e oro. La medaglia di bronzo, per i francesi, rappresenta il minimo indispensabile, cioè il fatto di essere conformi alla legislazione europea. La medaglia d’argento va a chi propone e attua regole più stringenti per migliorare il benessere degli animali. L’oro “lo vince” chi implementa pratiche “capaci di trasformare in modo fondamentale il settore”. Si va dall’abolizione dei recinti d’ingrasso al preferire l’allevamento a pascolo rispetto a quello intensivo; dal promuovere l’agricoltura rigenerativa a una maggiore severità nella gestione del trasporto degli animali e alla proibizione “di trattamenti antibiotici che possono indurre problemi alla salute umana”.
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