La premessa è che se la borsa Birkin, modello di punta dell’offerta di Hermès, è diventata il mito della pelletteria di lusso che è oggi, non dipende solo dalla qualità della sua manifattura e dal prestigio dei materiali impiegati. Né tanto meno dal prezzo praticato per il cliente finale: la principale ragione del culto della Birkin risiede nella circostanza che anche chi quel prezzo può pagarlo ha difficoltà a permettersela. Perché? Perché da quando è stata introdotta sul mercato nel 1984 in giro ce ne sono sempre state poche: la leggenda metropolitana vuole che le boutique abbiano vere e proprie liste d’attesa per il suo acquisto. D’altronde, come si compiaceva di osservare Robert Chavez, ceo di Hermès America, “la richiesta di Birkin rimane superiore alla sua produzione”.
Il dilemma online
Ma oggi, in tempo di lusso digitale e/o di seconda mano, le Birkin si trovano su quasi tutti i siti e-commerce per l’usato di lusso. È The New York Times a fare l’elenco. Ogni giorno Privé Porter ne mette a disposizione a decine, come nuove: in cinque anni ne ha vendute per 60 milioni di dollari. The Realreal ne ha in magazzino 300, mentre StockX 235. Anche Rebag, Baghunter e LePrix ne hanno in catalogo. La domanda del quotidiano statunitense è d’obbligo: questo boom delle Birkin usate rappresenta “la fine del suo fascino?”.
Disruptive
La risposta non è categorica. Secondo Robert H. Frank, docente della Cornell University, il rischio è enorme perché lusso e scarsità sono valori correlati: “Un bene d’alta gamma non può essere diffusamente disponibile”, ricorda a NYT. Luca Solca, analista di Sanford C. Bernstein, spiega come i portali e-commerce, che sottraggono al controllo delle griffe i volumi di vendita e il pricing dei loro prodotti, rappresentino una tecnologia disruptive nelle consuetudini del lusso. Ma c’è una speranza, anche per Hermès con le sue Birkin. L’esempio arriva dal Daytona Rolex: altrettanto inflazionato sui portali online, ma il cui culto rimane intatto per la capacità della maison svizzera di rinnovare sempre la proposta, arricchendola di prodotti laterali.