La guerra (di carte bollate) nel lusso: Lataillade contro LVMH, Slimane (di nuovo) contro Kering

Patrice Lataillade, ex ceo di Proenza Schouler, ha citato in giudizio la sua vecchia griffe e LVMH (il gruppo cui ora fa capo) per discriminazione sul luogo di lavoro e cessazione irregolare del rapporto lavorativo. Il manager, che in estate ha consegnato un dossier di 25 pagine al Tribunale di New York, sostiene che, malgrado i propri meriti nella crescita della griffe, al momento della sua acquisizione da parte di LVMH sia stato fatto fuori per i suoi turbolenti precedenti con la holding francese. Il licenziamento di Lataillade nel 2011 da Marc Jacobs ha avuto un seguito giudiziario e ora il manager sostiene che ci sia stato un veto sul suo nome. L’ufficio legale di LVMH studia la strategia difensiva, così come è tornato al lavoro lo staff di avvocati di Kering. Secondo la stampa internazionale, Hedi Slimane (nella foto), che da quando ha lasciato il ruolo di direttore creativo di Yves Saint Laurent ha già ottenuto 13 milioni di euro di risarcimento da Kering e il diritto (in quanto azionista di minoranza) di continuare a visionare le informazioni finanziarie della griffe, il prossimo febbraio voglia riportare in Tribunale l’ex datore di lavoro. Perché? Proprio per il suo ruolo di azionista. Slimane pare voglia chiedere altri 9 milioni di euro di rimborso. (rp)

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