La prima dichiarazione è di Remo Ruffini, ceo di Moncler, a proposito del progetto Genius, di Millennials e Generazione Z: “Il mondo sta cambiando, evolversi è inevitabile. Dobbiamo avvicinarsi ai nuovi consumatori, dialogare con loro”, però “rimanendo un po’ conservatori, non possiamo dimenticare dei clienti che ci seguono da anni”.
La seconda dichiarazione è di Francesca Di Pasquantonio, responsabile Global Luxury Research per Deutsche Bank: “Oggi le aziende devono fare i conti con un consumatore diverso” che pretende “una qualità che non è più, o lo è solo difficilmente, un punto di forza e un elemento di differenziazione. La qualità è diventata una commodity, un attributo imprescindibile e indifferenziato”.
Siamo a Milano, a Palazzo Mezzanotte, dove oggi si è svolto il 23° Summit Fashion & Luxury organizzato da Pambianco. Tema della giornata: “Dalla manifattura allo store del futuro”. Obiettivo: analizzare (per quanto possibile, data la vastità del panorama) la trasformazione in atto in un settore, quello del lusso, che vede “l’Italia come principale Paese al mondo dove viene prodotto” per un valore stimato da una survey Pambianco “di circa 9 miliardi di euro”. Ecco, allora, come l’analisi Deutsche Bank abbia messo in evidenza il ribaltamento del percorso di “creazione del valore nell’industria del lusso”. Data per necessaria e richiesta la qualità come fosse una “materia prima”, “i driver principali che guidano la creazione di valore nell’industria del lusso sono mutati ed è possibile osservare un loro spostamento a valle, sempre più vicino al consumatore”. È quest’ultimo, dunque, ben più che l’ago della bilancia per le sorti finanziarie di un marchio: “La tendenza – spiega Di Pasquantonio – è quella che il consumatore diventi brand ambassador” cosa che dimostra come “il ruolo della comunicazione stia diventando sempre più pervasivo”. E oneroso: “Rispetto al passato, oggi le aziende sono costrette ad aumentare il livello e la molteplicità degli investimenti e dei costi per rimanere rilevanti sul mercato”. Vendere, insomma, costa sempre di più.
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