Be’, se Stati Uniti e Cina si sfidano in una Guerra Commerciale che tiene sotto scacco l’economia mondiale, una griffe del lusso, anche se non direttamente interessata, non può sentirsi neanche al riparo dai rovesci. “È un elemento di preoccupazione indipendentemente dalla posizione della marca. In quanto Ferragamo abbiamo la fortuna di non essere coinvolti dalla guerra dei dazi tra i due Paesi, dal momento che produciamo in Italia. Senz’altro c’è, però, un’influenza riguardo la mobilità degli individui: la politica cinese di rimpatrio degli acquisti ha toccato tutti, anche noi”. Così la pensa Micaela le Divelec, ceo di Salvatore Ferragamo, che anzi dalla trade war trae un insegnamento manageriale: “Il mondo del lusso deve recuperare il contatto con le clientele locali – dice a L’Economia, inserto del Corriere della Sera – e non essere eccessivamente dipendenti da flussi che possono cambiare”.
Acquisizioni sì o no
Dopo una lunga sequela di indiscrezioni e rumor su ipotesi di cessione, per una volta si ribalta il punto di vista: Ferragamo è interessato a finalizzare acquisizioni? “Questa domanda andrebbe posta agli azionisti – spiega il ceo –. Quello che posso dire è che ho percorso molta parte del mio cammino in un gruppo che ha fatto acquisizioni e ho visto che rappresentano un momento di grossa disruption e in cui di solito si mandano a gestire le acquisizioni le persone di maggior fiducia”. Un’operazione molto onerosa, dunque, che richiede grande impegno di capitale finanziario e sociale: “Qui siamo tutti concentrati sul marchio Salvatore Ferragamo – conclude le Divelec –. È la priorità di tutti”.
Già fatto e da farsi
A proposito del primo anno da amministratore delegato di Ferragamo, la manager spiega che il primo fronte di lavoro è stato correggere “alcune difformità che erano emerse dalle analisi iniziali. Per esempio, avevamo un direttore creativo per la donna mentre l’uomo era sviluppato da designer delle singole categorie”. La griffe, per il resto, trova forza nella sua tradizione: “In questa azienda c’è orgoglio e forte senso di appartenenza. Siamo Ferragamo, vogliamo essere noi stessi, senza andare dietro alle tendenze per seguire l’onda del momento, anche se questo non significa non guardare ai nuovi clienti e portare innovazione”.
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