Per Cavalli l’addio è “fisiologico”. La griffe conferma, dunque, lo stop dello stabilimento di Sesto Fiorentino. E, allo stesso tempo, ribadisce la certezza del trasloco nella sede milanese. Nonostante la resistenza di sindacati e istituzioni locali – che interpretano la scelta come un modo per procedere a “licenziamenti mascherati” – la società ha confermato la chiusura del sito di Osmannoro dove lavorano circa 170 addetti. Nell’ultimo incontro tenuto con le parti sociali il 13 maggio 2020, l’azienda, controllata da Damac (Dubai), ha assicurato che non ci saranno licenziamenti e ha annunciato l’apertura della procedura di trasferimento. E non solo.
Nuovo piano industriale
Infatti, a breve dovrebbe essere presentato il piano industriale che segna la “nuova era” di Roberto Cavalli. Da quanto emerso finora, il piano conferma il posizionamento nella fascia luxury e l’italianità della griffe. La sede verrà spostata da Firenze a Milano, ma l’indotto produttivo continuerà ad essere radicato soprattutto in Toscana. Gli investimenti si concentreranno sulla tecnologia. In particolare, sullo sviluppo di piattaforme di marketing digitale e e-commerce.
L’addio è “fisiologico”
La sceltadi aggregare a Milano tutte le funzioni e i dipendenti è definita dalla stessa società come “fisiologica”. Il capoluogo lombardo, infatti, è ritenuto strategico come punto di riferimento per investitori, clienti nazionali e internazionali. E anche sotto il profilo commerciale.
Effetto Covid
“La pandemia – spiega la griffe – ha accelerato il trend di trasformazione digitale con conseguenze sul modello di business e sull’organizzazione del lavoro”. Questo ha comportato “la necessità di spostare l’asse vicino alle società che erogano servizi digitali” che, secondo la maison, sono concentrate nell’area milanese.
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