Le convergenze parallele di LVMH e Kering sul mercato (e su PETA)

Le convergenze parallele di LVMH e Kering sul mercato (e su PETA)

Così vicini, così lontani: e ora pronti, come si sarebbe detto in altri tempi, alle convergenze parallele. Bernard Arnault (LVMH) e François-Henri Pinault (Kering), i due numeri uno del lusso mondiale, si sono confrontati a distanza. Impegnati ciascuno nell’assemblea generale del proprio gruppo, si sono trovati d’accordo su più punti. Quali? Sono entrambi fiduciosi per il futuro, ad esempio. Non solo: ritengono entrambi che le loro società usciranno dalla pandemia più forti di prima. Giocano, poi, a nascondino quando si tocca il tema delle acquisizioni, mentre invocano la libertà creativa nella risposta a PETA.

Convergenze parallele

“La nostra fiducia nel settore rimane intatta”, ha detto Pinault, presidente e CEO di Kering (nella foto, a sinistra). “Anche se il futuro è incerto per quanto riguarda la pandemia– ha dichiarato di converso Arnault (nella foto a destra), presidente e CEO di LVMH –, si può essere ragionevolmente ottimisti”. I due big non svelano i loro piani quando si parla di possibili acquisizioni. Gioca a nascondino LVMH. Qualche giorno prima dell’assemblea generale, il direttore generale Toni Belloni è intervenuto al Fashion & Acquisition market, affermando che LVMH è pronta per nuove operazioni. Il CFO dello stesso gruppo, Jean-Jacques Guiony, durante l’assemblea annuale ha escluso la possibilità di nuove acquisizioni a breve termine: non si possono “diluire le risorse” destinate alla crescita di Tiffany. Lo riporta Fashion Network. Pinualt ha minimizzato la necessità di acquisizioni. Ha ammesso, però, che Kering ha i mezzi finanziari per cogliere le opportunità per migliorare il suo portafoglio di marchi. “La crescita organica è la priorità” ha detto Pinault.

 

 

A proposito di PETA

All’attrice Gillian Anderson, che chiede per conto di PETA la conversione fur free dell’intera holding Kering, risponde Pinault. “Oggi la maggior parte delle case del gruppo non usa pellicce – sono le sue parole –. Tuttavia, una minoranza di loro la impiega ancora nelle proprie collezioni. La libertà creativa dei direttori artistici delle nostre case è uno dei nostri principi”. Kering ha anche sottolineato i suoi rigorosi standard di tracciabilità e benessere animale. A sua volta Belloni ha ribadito a PETA, che ha rivolto la stessa domanda all’assemblea LVMH, che il gruppo non ha intenzione di smettere di usare pellicce e pelli esotiche. Pone, però, la condizione che siano di provenienza responsabile. “Crediamo nella libertà di scelta, sia per i nostri clienti che per le nostre case”. (mv)

Foto d’archivio

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