Libertà, sfilate, pellicce: Antoine Arnault (LVMH) la dice tutta

Libertà, sfilate, pellicce: Antoine Arnault (LVMH) la dice tutta

Le scelte di Antoine Arnault, responsabile dell’immagine e dell’ambiente di LVMH, tutte in una volta. No al second hand, sì alla durata dei prodotti. Sì alle sfilate fisiche e no alla loro frenesia. Sì alla sostenibilità, non alle sue classifiche. Sì a pelli e pellicce e ad una maggiore cooperazione fra gruppi del lusso. A WWD il giovane Arnault descrive i prossimi passi del gigante francese guidato dal padre Bernard.

Second hand e sfilate

Per il momento LVMH non ha intenzione di farsi coinvolgere nel mercato dell’usato. Antoine Arnault riconosce che è un business fiorente con grande prospettiva ma osserva: “Abbiamo prodotti duraturi e li ripariamo. Sono prodotti che non si dovrebbero mai buttare via”. A proposito delle sfilate, il giovane Arnault osserva che “gli show fisici continueranno assolutamente. Abbiamo probabilmente raggiunto la fine di un ciclo all’inizio di questa pandemia e la fine di un sistema. C’è stata una sorta di frenesia negli ultimi anni e forse noi stessi siamo stati trascinati in un vortice per voler sempre offrire qualcosa di stravagante e nuovo”.

Pelli e pellicce

LVMH lascia piena libertà ai singoli brand a proposito di materiali. “La verità è che attraverso il commercio di pelli e pellicce animali, si riesce a contribuire alla conservazione delle specie” ribadisce Arnault. Il manager sottolinea come ci siano economie e persone che si sostentano con il commercio di pelli e pellicce: “Abbiamo preso la decisione di continuare ad aiutare queste economie e queste persone”.

Sostenibilità e collaborazione

“Ci sentiamo molto sicuri di aver preso la strada giusta. Penso che a lungo termine stiamo prendendo la decisione corretta per non essere ossessionati da questa o quella classifica sulla sostenibilità. La metodologia alla base di queste classifiche a volte non è molto trasparente”. LVMH non ha sottoscritto il Fashion Pact di Kering e Kering non è entrata nel consorzio della blockchain Aura fondato da LVMH. Ma nonostante ciò, Arnault afferma che si tende “a cooperare più di quanto la gente pensi con i nostri concorrenti per la semplice ragione che spesso abbiamo gli stessi fornitori. Per cui parliamo spesso per cercare di migliorare le pratiche, creare nuovi standard e penso sia importante mantenere un buon rapporto“. (mv)

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