Il presidente di Camera Nazionale della Moda Italiana sa bene che il contesto è critico. “Guerre, Cina con i guai del real estate, USA penalizzati da alta inflazione per la nostra moda – dice –, Medio Oriente in stallo rendono lo scenario incerto”. Eppure Carlo Capasa (in foto d’archivio Imagoeconomica) non perde la sua incrollabile fiducia nelle prospettive di crescita del made in Italy: malgrado i tempi bui che attraversano le griffe del lusso e, soprattutto, le imprese loro fornitrici continua a vedere prospettive di crescita del 20% “in cinque anni”.
L’incrollabile fiducia di Capasa
Già ai primi di febbraio Capasa aveva fornito lo stesso outlook: un mese e mezzo di cronache di crisi e di analisti che (nel migliore dei casi) parlano di crescite in single digit non gli hanno fatto cambiare idea. Certo, è consapevole che la congiuntura almeno al momento si presenta negativa. “Secondo gli studi avremo domanda in crescita nei prossimi cinque anni, a parte questo 2024 delicato – ammette con L’Economia de Il Corriere della Sera –. È l’anno delle 64 elezioni, di guerre e tensioni internazionali”. Ciononostante, prevede prospettive di crescita tali da mantenere ancora attuale la questione del fabbisogno formativo: “La domanda di made in Italy crescerà e dobbiamo sostenere le scuole di formazione in una formula pubblico-privato”. Che dire? Speriamo abbia ragione.
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