Che intenzioni ha Bernard Arnault con Richemont? Il boss di LVMH ha acquisito una quota del colosso elvetico. Lo ha fatto a titolo di “piccolo” investimento personale, come inizio di una scalata o si tratta di una sorta di alert nei confronti del colosso svizzero in vista di una possibile, futura fusione con LVMH? Analisti e investitori sono scatenati nel fare ipotesi. Scatenati almeno quanto la famiglia Arnault, che negli ultimi 6 giorni, oltre alla partecipazione in Richemont, ha acquistato il marchio di orologi di lusso L’Épée 1839, quello californiano di cosmetici Stripes e il ristorante parigino Chez L’Ami Louis. In altre parole: la fame di Arnault pare infinita.
L’infinita fame di Arnault
Il boss di LVMH, Bernard Arnault (nella foto Shuttrstock insieme al figlio Antoine), avrebbe acquistato a titolo personale una piccola quota del rivale svizzero Richemont, come scrive Bloomberg. L’entità dell’investimento non è nota, così come non è dato sapere da quanto tempo Arnault lo abbia attivato. La memoria di tutti, così, torna a 14 anni fa, quando LVMH annunciò di essere diventata un’azionista di Hermès. La maison guidata da Axel Dumas, però, ha poi alzato la guardia per evitare che LVMH andasse oltre, facendogli accettare di cedere (correva l’anno 2014) la maggior parte della sua quota del 23,2%.
Perché l’ha fatto?
“L’investimento solleverà naturalmente speculazioni su una potenziale acquisizione – commenta su Vogue Business Neil Saunders, CEO di Globaldata -. Ma siccome si tratta di una piccola quota a livello personale, è improbabile che ciò accada”. Ma ciò non vuol dire che “LVMH sarebbe interessata a selezionare alcuni marchi Richemont, tra cui Cartier, se si presentasse l’opportunità”.
Fantalusso
Bloomberg, per portarsi avanti, fa già il prezzo di questa fantascientifica acquisizione. Supponendo il premio standard del 30%, Richemont verrebbe valutata circa 124 miliardi di dollari. Con un premio probabilmente più realistico del 50%, la valutazione sarebbe ben superiore il che creerebbe, anche a una corazzata come LVMH, qualche problema di liquidità. Per cui, per centrare l’obiettivo, i francesi potrebbero mettere sul tavolo una combinazione di cash e azioni. L’ostacolo principale alla conquista di Richemont, però, è il suo presidente, Johann Rupert, che fino ad oggi ha rifiutato qualsiasi proposta arrivata, prima, da Kering e, poi, da LVMH.
Intanto, compriamo
Al di là della partecipazione in Richemont, la famiglia Arnault è stata molto attiva nell’ultima settimana. LVMH ha comprato in successione prima Chez L’Ami Louis, storico ristorante parigino frequentato da celebrità e personaggi politici. Poi, tramite L Catterton, ha acquisito il marchio californiano di cosmetici Stripes, fondato dall’attrice Naomi Watts. Infine, di nuovo LVMH ha annunciato l’acquisizione di Swiza, una società proprietaria del produttore elvetico di orologi di fascia alta L’Épée 1839. Sicuramente, vista l’infinita fame di Arnault, non finirà qui. (mv)
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