Lusso e Cina: le competenze digitali di Vuitton stravincono a Pechino

Louis Vuitton è il primo marchio di lusso in Cina. Lo dice il Gartner L2 Luxury China Index che misura il digital IQ, ovvero le competenze digitali dei vari brand. Bulgari, Cartier, Gucci e Montblanc completano la top five. A Seguire Tiffany, Coach, Piaget, Burberry e Chow Tai Fook.

L’appetito cinese
Secondo l’analisi riportata da Fashion United UK, i consumatori cinesi continuano ad acquistare borse e sneaker di fascia alta, nonostante il rallentamento economico di Pechino e la guerra commerciale con gli Stati Uniti.
Gartner spiega che i marchi di lusso tradizionali hanno mantenuto la crescita adattandosi alle tendenze della Generazione Z (streetwear e sneaker) e facendo leva su giovani idoli del pop per promuovere i loro prodotti online.

La performance di Vuitton
La performance digitale più robusta è quella di Louis Vuitton, numero uno in Cina per i prodotti di streetwear. L’annuncio di aver scelto il cantante e attore Kris Wu come “global ambassador” del marchio ha generato il punteggio più alto per quanto riguarda il QI digitale.

La battaglia digitale in corso
La battaglia tra i vari brand per diventare egemoni nel digital world cinese (dove i consumatori di Pechino fanno acquisti di prodotti di alta gamma) è ancora in corso. Da un lato ci sono i marchi del lusso che preferiscono avere il controllo dei propri prodotti e delle relazioni con i clienti (attraverso negozi WeChat di proprietà ad esempio), dall’altro gli e-tailer come Tmall e JD.com che, consapevoli di essere in ritardo, spingono per stringere alleanze strategiche con i vari player del lusso. Una dicotomia che sta portando i marchi del lusso a confluire verso piattaforme di e-commerce di terzi. (mv)

Nella foto Shutterstock, consumatori cinesi si avviano verso la boutique Louis Vuitton presso il Chengdu IFS Shoppping District

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