Secondo Goldman Sachs gli utili delle aziende del lusso nel biennio 2019-2020 cresceranno: e questa è la buona notizia. La cattiva, talmente cattiva da mandare in fibrillazione Piazza Affari, è che gli analisti della banca statunitense ora scrivono che l’incremento dei margini delle griffe sarà inferiore a quanto già ipotizzato. Nel 2019, per venire ai numeri, si passa dalla proiezione del +7% a quella del +5%. Un downgrading bello e buono, per dirlo in altri termini. Mentre le quotazioni di Kering e LVMH hanno tenuto l’urto della pubblicazione del report alla Borsa di Parigi, non si può dire altrettanto per i marchi italiani. Moncler, che comunque ottiene da Goldman Sachs il grado di buy, ha ceduto a Milano il 5,16%. Per i concorrenti, riporta la stampa, uno stillicidio simile: Brunello Cucinelli ha perso il 5,18%, mentre Salvatore Ferragamo il 2,99% e Tod’s il 4,34%. Le prospettive future dell’alta gamma sono complesse, dunque. Ma neanche il presente è semplice. L’ultimo report del Savigny Luxury Index lamenta una perdita complessiva del valore dell’industria del lusso dell’11,3% nel mese di novembre. Perché? Le ragioni non sorprendono: la guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti e il raffreddamento dei consumi a Pechino penalizzano la filiera.
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