Prima il Bataclan, poi i fatti di Bruxelles, quindi quelli di Nizza e lo stillicidio delle notizie (quasi quotidiane) di attentati da tutta Europa. Malgrado i timori per le ripercussioni del clima di paura nei comportamenti dei consumatori, lo shopping internazionale dei beni di lusso non ha intenzione di fermarsi: è in crescita del 5% nei primi 4 mesi del 2016, con un trend positivo che non dovrebbe conoscere arretramenti nella seconda metà dell’anno. Lo sostengono i risultati della ricerca “Who buys where: Decrypting cross-border Luxury Demand Flows” di Contact Lab ed Exane Bnp Paribas (di cui vi racconteremo di più nel numero 28 di Mdp – La Conceria, in uscita il 7 settembre) che non solo fotografa un mercato del lusso florido, ma un’Europa in piena salute e capace di attrarre sempre più i turisti mondiali dell’alto di gamma. Nonostante la minaccia terroristica, il Vecchio Continente si conferma luogo prediletto per lo shopping di lusso: mentre nel 2014 si effettuavano qui il 35% degli acquisti globali di élite, nel 2016 l’Europa sarà teatro del 50% della spesa mondiale per il lusso. In tanto entusiasmo, c’è però chi si fa prendere la mano. Le Fiamme Gialle di Venezia hanno fermato un turista inglese di 20 anni che ha speso nella città lagunare oltre 5.000 euro in beni di pelletteria (una borsa, uno zaino e un portafogli). Peccato che aveva effettuato i pagamenti con carte di credito clonate: ne aveva 12. (rp)
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