LVMH offre 14,5 miliardi di dollari per comprare Tiffany. Andasse in porto, sarebbe la più grande acquisizione di sempre per il gigante francese. Per ora, però, le indiscrezioni danno come “molto verosimile” il gran rifiuto degli americani. La motivazione? L’offerta sarebbe troppo bassa: “Arnault ci sottovaluta” sarebbe, infatti, la risposta di Tiffany.
Leadership nel gioiello
A battere la notizia dell’offerta francese è stato il Wall Street Journal. Poi, LVMH ha confermato ufficialmente l’indiscrezione. L’offerta francese è pari a circa 120 dollari per azione, oltre il 22% superiore alla quotazione di venerdì 25 ottobre (98,55 dollari). L’eventuale acquisizione di Tiffany permetterebbe a LVMH di conquistare la leadership sul mercato della gioielleria, affiancando il brand a Cartier e Bulgari, già di sua proprietà. “LVMH ha un’ampia liquidità a disposizione per raggiungere un accordo. Prevediamo anche molte sinergie strategiche e finanziarie” scrivono in una nota gli analisti di Cowen.
Tiffany e Bogliolo
L’azienda americana ha chiuso l’ultimo esercizio con un fatturato di 4,442 miliardi di dollari. Di essi, il 7% è generato dalle vendite di pelletteria: oltre 300 milioni di dollari. Mica poco. Dispone di 300 punti vendita a livello globale ed è guidato da Alessandro Bogliolo, nome ben noto a Bernard Arnault. È stato, infatti, 16 anni da Bulgari e ha ricoperto la carica di responsabile Nord America per Sephora, altro marchio LVMH (fonte Il Sole 24 ore).
La strategia
Bogliolo ha notevolmente migliorato i conti di Tiffany che, tuttavia, non sono proprio in salute. A pesare è la concorrenza del lusso accessibile. Un’opacità che rende molto interessante per gli analisti la proposta di LVMH. Interessante, ma anche rischiosa a causa delle possibili sovrapposizioni all’interno del portafoglio dei francesi. Secondo Jefferies, comunque, “Tiffany è, potenzialmente, la preda principale e l’unico marchio mondiale del lusso statunitense”. Dopo lo stabilimento Vuitton in Texas, Arnault, dunque, potrebbe fare un ulteriore passo nella sua campagna americana.