LVMH è pronta a riaprire in Italia, meglio se “con i fornitori”

LVMH è pronta a riaprire in Italia, meglio se “con i fornitori”

Celine, Fendi e Bulgari, a esser precisi, non hanno mai chiuso completamente, perché nelle settimane dell’emergenza Coronavirus si sono dedicate alla produzione di mascherine e gel igienizzanti. Ora tutta la famiglia LVMH è pronta a riaprire in Italia. Gradualmente, certo, e in sequenza varia a secondo dei territori. Ma in tempi rapidi. Lo spiega il direttore generale Toni Belloni a La Repubblica: “Il nostro impegno è reinventare il modo di lavorare per le manifatture del gruppo e anche per le aziende partner della filiera, generalmente piccole e medie imprese. È questa la grande sfida di oggi, per mantenere il primato delle filiere italiane dei prodotti di lusso”.

LVMH è pronta a riaprire in Italia

Il gruppo francese, ricorda La Repubblica, vanta profonde radici in Italia: qui conta su 30 siti produttivi e 11.000 addetti. La roadmap delle riaperture dovrebbe essere questa: i siti di prototipia di Radda in Chianti e di Strada in Chianti, entrambi destinati alla pelletteria Celine, riapriranno per primi i battenti. Giovedì è il turno di Rossimoda, mentre per Dior e Loro Piana si conta di farcela entro la fine della settimana. “Ritornare a lavoro è una conquista per tutti – continua Belloni –, ma solo se si accompagna alle migliori condizioni di sicurezza per i nostri collaboratori”.

Gli altri

Gucci, Cucinelli e Poltrona Frau, come vi abbiamo raccontato, sono già in attività. Ma non sono le uniche griffe che si apprestano alla Fase 2. Prada dovrebbe ottenere a breve l’ok dalla Prefettura per riprendere i lavori in Toscana, così come Moncler attende l’avallo prefettizio per fare altrettanto in Veneto. Mentre Armani aspetta le decisioni del Governo, il gruppo Tod’s apre parte del polo logistico e della prototipia di Brancadoro (Fermo).

 

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