A Parigi la soddisfazione è palese, così come è possibile ascoltare dichiarazioni che la traducono, con particolare aplomb, così: “Abbiamo superato le previsioni degli analisti”. Il primo trimestre 2018 di LVMH è una bomba: +13% il giro d’affari, per un valore che sfiora gli 11 miliardi di euro. Corre la Cina, dicono dl board del gruppo francese, quindi corrono anche i nostri conti, che vanno oltre la “mirabolante” crescita del 2017: +11% nel quarto trimestre, +12% l’intero esercizio fiscale. E superano nettamente le attese delle principali società di analisi finanziaria, che avevano previsto “soltanto” il +9%. Ma c’è di più. Perché il boom di LVMH, che possiede 70 brand distribuiti lungo un orizzonte di prodotto molto differenziato, deve la sua crescita soprattutto ai risultati della divisione che rappresenta il suo core business, quella che raccoglie al suo interno le griffe specializzate in “Moda e Pelletteria”: su base annua +16% a parità di perimetro e +25% a cambi correnti per un giro d’affari di 4,2 miliardi di euro, performance superiore a quelle già straordinarie datate 2017. Non è un caso, dunque, che alcuni brand del colosso francese, a cominciare da Louis Vuitton, continuino a investire nell’aumento della capacità produttiva relativa agli accessori di pelletteria: la domanda è altissima, la necessità di soddisfarla (velocemente) idem. E i conti volano.
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