“Il lusso italiano crescerà nei prossimi due anni, perché ci sarà reshoring. Ma occorrono risorse umane e giovani”. Sono alcuni dei temi più importanti affrontati con alcuni giornalisti da Matteo Marzotto (nella foto), intervenuto al Micam in qualità di presidente di Mittelmoda, l’associazione che organizza “The Fashion Award”. Vale a dire il concorso internazionale riservato a stilisti e studenti di fashion design dei college di tutto il mondo. Al salone internazionale della calzatura si è svolta la cerimonia di premiazione.
Il futuro del lusso italiano
Qual è il significato di questo premio?
Siamo al servizio della moda e all’interno del suo ecosistema. Questo è l’unico premio che non ha altri scopi, se non quello di valorizzare e individuare a monte ragazzi promettenti. Viviamo grazie ai contributi pubblici e privati. Al Micam, dove è avvenuta la cerimonia di premiazione, sono stato al posto giusto e al momento giusto. Spero in collaborazioni fidelizzate e in una minore polverizzazione delle risorse pubbliche verso vari riconoscimenti.
Se ne parla sempre, ma c’è davvero questa attenzione verso i giovani?
L’attenzione verso i giovani è spesso uno spot, una moda passeggera. Va messa a sistema e resa concreta non solo a parole. Sui giovani bisogna crederci in maniera continua, sia dal punto di vista creativo sia da quello dell’artigianalità.
Per i giovani il sogno è quello di diventare uno stilista famoso…
È giusto rincorrere un sogno, ma non tutti possono diventare Manolo Blahnik. Tanti possono invece diventare eccellenti artigiani. Quegli artigiani di cui si circonda, ad esempio, Maria Grazia Chiuri di Dior, per rendere concrete le sue idee. Sono essenziali.
Quali prospettive per il made in Italy?
Vedo un’opportunità robusta di crescita nel 2022 e 2023. Questo nonostante la Cina ci abbia dato scacco matto riguardo le materie prime. Ma noi possiamo contare su una filiera che non ha eguali.
Quindi possiamo puntare al reshoring delle produzioni?
Quelle per il lusso sì. L’Italia ha un ecosistema forte e permeabile. Inoltre, gli italiani sono bravi, nonché grandi professionisti. È altrettanto vero che ci potrebbe essere bisogno di adeguare la capacità produttiva. Sono invece preoccupato per il tessile. (mv)
Leggi anche: