Sandali con gli occhi, grembiuli a quadretti ricamati, bermuda e pullover, mocassini in pelle con calzini fino al ginocchio, borse a tracolla e valigette per la merenda. La sfilata di Gucci (14 gennaio) ha chiuso la Milano Fashion Week Men’s. Alessandro Michele ha di nuovo centrato il segno, riuscendo a stupire e a far riflettere. La sua provocazione? Un invito a tornare bambini per essere liberi dai canoni estetici e dai ruoli sociali che dividono i generi. Il designer vuole proporre un’altra idea di mascolinità: lo fa attraverso uno spirito naif di totale spensieratezza. Il ritorno all’infanzia è un inno alla libertà.
Il ritorno all’infanzia è un inno alla libertà
L’immaginario è quello della scuola d’infanzia di un tempo passato. Lo spirito non è quello severo del collegio: al contrario, richiama la gioiosa libertà espressiva dei bambini all’asilo. L’età in cui, è il sottotesto, si è incuranti della differenza tra maschio e femmina. È questa l’ambizione di Alessandro Michele (nella foto, al centro): “Decostruire il mondo degli uomini. Tornare sui banchi di scuola a imparare di nuovo a essere maschi”. Una sorta di manifesto: “Il mio è un invito romantico al sesso maschile, che è capace di tante cose, anche quello di revisionare ciò che gli è stato insegnato. Se gli uomini riuscissero a dialogare con la propria parte femminile sarebbe molto più facile vivere per tutti”, ha dichiarato Michele.
La borsa “Fake” e “Not”
L’abbigliamento della collezione invernale 2020 non è commerciale, certo. Di sicuro lo sono gli accessori. Le borse che portano con sé un messaggio si preannunciano già un must have. Da “Gucci Liberty” stampato su un pellame dal motivo floreale, fino al marchio “Fake” e “Not” impresso a caratteri giganti sui due lati di una valigetta in pelle, si pregusta il tormentone. La scritta si staglia come una presa di posizione contro la contraffazione, battaglia che Gucci aveva lanciato ironicamente stampando il proprio logo in modo volutamente sbagliato “Guccy”. (mvg)
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