L’occasione è la presentazione della nuova collezione Lifestyle. Alessandro Michele ha organizzato durante Milano Design Week uno speciale allestimento Gucci Cartoleria presso la boutique di via Manzoni (visitabile su appuntamento fino al 17 settembre). Il designer, però, vede avvicinarsi il risultato dei 7 anni con Gucci. Allora le questioni attuali sono il cuore della sua intervista con MFF: “Lifestyle significa volersi bene mentre si vive – dice –. Mentre La passione per le cose che sono state è una passione per l’adesso”. Ma altrettanto importante è il focus della sua relazione con la griffe del gruppo Kering, che va rinnovata e rinforzata. “Ormai sono quasi sette anni a gennaio, per la moda è un tempo lunghissimo. Oggi ancora di più perché le cose hanno un ritmo strano: veloce, lento, quasi come un animale selvaggio”.
La collezione Lifestyle
Michele crede nella possibilità di un ponte tra i tempi e tra le generazioni. Il tema della cartoleria lo rappresenta appieno. Perché? “Porta in un mondo che non c’è – sono le sue parole –. Per un giovane vedere una cartoleria è un ponte. Passato e presente producono attraversamenti. Per me quello era un posto magico. Oggi ha le sembianze di un luogo magico”. I giovani, si sa, sono la stella polare della moda. Il designer, però, non vi riconosce un pubblico, diverso, avulso. “Non vedo più così tanto gap generazionale, perché il mondo in cui viviamo ha eroso certe barriere. Siamo tutti di fronte allo stesso spettacolo. Oggi c’è un mondo che ci ha resi più vicini”.
I 7 anni con Gucci
La storia di Michele (e del suo CEO, Marco Bizzarri) in Gucci si può raccontare come una delle cavalcate più sorprendenti del lusso contemporaneo. Il designer lo sa e ne sente la responsabilità. “Sono molto contento e anche uno che lavora tanto – spiega a MFF –. Lo faccio con grande passione che alimento in modo naturale. Forse questo successo che a tratti percepisco è bello ma mi spinge sempre a pensare”. Ora è il momento di rinnovare la storia d’amore ed evitare la crisi dei 7 anni. “Sono ancora innamorato La necessità del giro di boa la sento sempre – conclude –. Forse ora sono più agitato del solito, sì. Perché devo cercare il motivo per innamorarmi sempre, di nuovo. Io sono uno che si stufa, quindi da anni sono alla ricerca di linguaggi ed esperimenti nuovi”.
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