Millennials, creatività, tradizione, made in Italy, Gucci e Saint Laurent: la ricetta di Pinault per il successo

Il lusso ha nuovi clienti e la moda si deve adattare al cambiamento. François-Henri Pinault (nella foto) traccia il futuro di un mondo che conosce come le sue tasche e mette in guardia i grandi brand dal nuovo che avanza. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, il presidente di Kering spiega che “il lusso sta vivendo un cambiamento importante”, che sta comportando come prima novità l’acquisizione di concetti come “l’heritage e l’artigianalità” per fare spazio alle emozioni. È questo, secondo Pinault, ciò che cercano i nuovi clienti. “Se guardo ad alcuni dei miei marchi maggiori, vedo che le vendite mondiali a persone sotto i 35 anni rappresentano, quest’anno, il 56% dei ricavi di Gucci e il 65% di Saint Laurent e Balenciaga” spiega il manager, sottolineando come questa nuova fascia di clienti cerchi quel brivido che “viene dalla creatività”. Tuttavia secondo Pinault “alcune marche non sono su questa strada” e, citando il caso Gucci (che dopo un 2012 da urlo aveva conosciuto un rallentamento), spiega come abbiano deciso di “riposizionare il marchio per andare incontro ai nuovi clienti, ripristinando un contenuto creativo molto forte”. Scelta che pare stia dando i suoi frutti. Detto questo, il manager del lusso assicura di non aver previsto alcuna diversificazione per i suoi brand e, sottolinea, “la mia forza è la mia parte italiana. Ciò che rende grandi i brand italiani e francesi è proprio il loro ‘made in’: fatto in Italia e fatto in Francia. È un pezzo di storia che ritrovi dappertutto, non solo nel prodotto. Se invece sei un marchio del lusso americano puoi produrre ovunque”. (art)

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