Moncler chiude il periodo gennaio-giugno del 2020 con una perdita operativa: è il primo rosso della sua storia da quando fa capo a Remo Ruffini. Il fatturato del marchio registra il -29% nel semestre, nonostante la crescita a doppia cifra in Cina e nel canale online nel secondo trimestre. “È difficile capire come si evolverà la seconda parte dell’anno – è il commento affidato a una nota da Ruffini, presidente e CEO di Moncler –. Ritengo però che quello che stiamo vivendo avrà conseguenze importanti, almeno in alcune parti del mondo, ancora per diversi mesi”. Il manager annuncia che tra le contromisure adottate c’è la gestione diretta del canale e-commerce, mossa che sancisce il divorzio da YNAP.
Primo rosso della sua storia
Nei primi sei mesi del 2020 Moncler ha realizzato ricavi per 403,3 milioni di euro. Solo nel periodo aprile-giugno il calo delle vendite è stato del 52% a cambi costanti su base annua. Il semestre si è chiuso con una perdita di 31,6 milioni di euro, mentre nel 2019 si registrava un utile di 70 milioni. “Per preservare l’integrità del marchio – si legge nella nota diffusa da Moncler – il managemet ha ridotto gli ordini per la stagione invernale 2020 mentre sono stati completamente svalutati tutti i prodotti della PE 2020 e che non sono stati selezionati per far parte della PE 2021”. La svalutazione è stata di 30 milioni di euro. Moncler non fa previsioni sull’intero esercizio 2020 ma ha dichiarato di non aspettarsi un sollievo immediato dalla crisi.
Addio YNAP
Il brand ha deciso di gestire direttamente l’e-commerce con l’obiettivo di raddoppiarne il peso nei prossimi tre anni. Secondo gli analisti, citati da Reuters, le vendite online del gruppo valevano il 10% del totale nel 2019, tra vendite sul sito Moncler.com e quelle sui canali multibrand. Prima, il gruppo del lusso gestiva le attività di e-commerce in partnership con Yoox Net-a-Porter (YNAP), oggi controllato da Richemont, in base a un accordo in scadenza quest’anno. (mv)
La fiducia di Ruffini
C’è un motivo in particolare per il quale Ruffini può dirsi fiducioso: i 595 milioni di liquidità in cassa. “Oggi la cassa dà al gruppo una grande serenità per il futuro – spiega a La Repubblica – e anche gli investitori più speculativi in questi mesi ci hanno riconosciuto disciplina e lungimiranza nel gestire la liquidità”. Come intende spendere il tesoretto? “Investiremo solo se troveremo un’opportunità interessante, in questi anni – conclude – ho guardato tante cose, ma niente che valesse la pena”.
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