I conti di Aeffe languono e la domanda a questo punto è legittima: il gruppo romagnolo è certo di essere sulla strada giusta? Aeffe risente dell’onerosa riorganizzazione del brand Moschino. A distanza di quattro mesi dalla partenza del direttore creativo Jeremy Scott non ha ancora nominato un successore. Moschino, che genera tre quarti dei ricavi complessivi del gruppo, ha chiuso il primo semestre con una riduzione del fatturato dell’11,3%. Spedendo Aeffe in rosso con una perdita di 11,6 milioni di euro, rispetto all’utile di 2,9 milioni di euro dello stesso periodo del 2022. Il CEO Massimo Ferretti crede che la strada intrapresa sia giusta e si dice “fiducioso di tornare molto presto a crescere in maniera soddisfacente”.
La similitudine
Il rapporto tra la casa madre Aeffe e il suo marchio principale Moschino ha punti in comune con quello tra Kering e il suo brand stellare Gucci. Entrambi i marchi attraversano una fase di riorganizzazione, le loro prestazioni sono opache e sono in cerca di rilancio. Una differenza tra i due gruppi è che Kering ha impiegato due mesi per trovare il nuovo direttore creativo di Gucci (Sabato De Sarno), mentre Aeffe ancora deve individuare chi sostituirà Jeremy Scott.
I conti di Aeffe
“La marginalità (del gruppo, ndr) è diminuita a seguito del nuovo corso strategico di Moschino, con i connessi costi relativi al cambio di modello distributivo in Cina (da 100% wholesale a retail) – è la posizione dei vertici di Aeffe –. Non solo. È diminuita anche per l’avvio del piano di riposizionamento delle diverse collezioni Moschino, con conseguenti effetti sia a livello di fatturato sia di royalties”. Oltre alla marginalità, nel primo semestre 2023, sono scesi anche i ricavi di Aeffe: -7,7% a quota 162,9 milioni di euro (-7,4% a cambi costanti). Le vendite della divisione calzature e pelletteria sono scese del 6,1% a cambi correnti rispetto al 2022 (-9,5% quelli dell’abbigliamento). A livello di marchi, a cambi costanti Moschino perde l’11,3%, mentre Alberta Ferretti cresce del 9,3%, Philosophy del 21,2% e Pollini del 3,7%. “Il risultato relativo al primo semestre del 2023 è chiaramente influenzato dalla riorganizzazione e dal riposizionamento strategico che è in corso all’interno del gruppo – conclude Ferretti –. Ci porterà nel breve termine ad essere molto più competitivi sul mercato globale”. (mv)
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