Mulberry male nel semestre: tradita da Brexit, che ha complicato il mercato interno, la griffe inglese ora spera nella Cina. È sui mercati asiatici che conta di ripartire.
La perdita
L’azienda britannica di pelletteria e abbigliamento ha registrato una perdita ante imposte di 9,76 milioni di sterline, pari a circa 11,38 milioni di euro. La brusca frenata del mercato interno ha giocato un ruolo fondamentale sul rallentamento: nel Regno Unito le vendite sono diminuite del 4%. Altro importante costo che ha finito per pesare sui dati è quello legato agli investimenti.
Numeri e parole
Mulberry male nel semestre, dicevamo. Il fatturato di Mulberry ha toccato i 68,87 milioni di sterline (circa 80 milioni di euro), sostanzialmente stabile rispetto ai 68,33 milioni dell’esercizio precedente. A sostenere i conti è senza dubbio l’incremento delle vendite registrato oltre i confini britannici, dove la griffe riporta il +12%. Peggio è andata sul mercato nazionale, probabilmente influenzato dalla complessiva instabilità economica e finanziaria. “Abbiamo compiuto progressi verso la strategia di investimenti orientata al modello direct-to consumer – commenta il CEO, Thierry Andretta -, al mercato internazionale, al digitale e all’omnichannel. Stiamo assistendo ai benefici delle recenti iniziative in Asia, che rimane un’importane opportunità di crescita. Proprio essa ci sosterrà per fare in modo che l’estero pesi maggiormente sui ricavi del gruppo”.
Re-cycling
Un capitolo a parte è dedicato alle iniziative di Mulberry orientate alla sostenibilità. Andretta ha spiegato che “stiamo crescendo nell’uso di materiali riciclati e nell’acquisto di pelli provenienti da concerie certificate per il rispetto ambientale”. (art)
Leggi anche: