Il giro d’affari è stabile: nei primi sei mesi dell’anno fiscale (aprile-settembre) le vendite sono pari a circa 84,5 milioni di euro, in linea con il risultato del 2016. Ma gli “equilibrati” conti di Mulberry, brand britannico d’alta gamma, sono un po’ più problematici se analizzati con attenzione ai particolari: a perimetro costante, le vendite internazionali sono diminuite sia al dettaglio (-3%) che tramite il canale wholesale (-6%). Secondo il ceo Thierry Andretta, la fatica fa parte del percorso di trasformazione della griffe: “Mulberry si trasformerà in un marchio di lusso mondiale. I nuovi store e i prodotti lanciati di recente si stanno dimostrando efficaci”. La maison, anche grazie a collaborazioni come quella siglata con Onward, conta di aumentare le vendite soprattutto sui mercati asiatici: Cina, Hong Kong e Taiwan su tutti. La nota semestrale mostra, d’altronde, come le vendite all’estero siano una delle note positive. Merito, pare, anche della svalutazione della sterlina. Barclays conferma il clima di fiducia: le vendite dovrebbero crescere del 3,9%.
TRENDING