Zero licenziamenti, stipendio invariato, niente sconti. E nell’anno del Covid. Brunello Cucinelli ha tradotto così il suo approccio umanista al lavoro. L’imprenditore umbro lo ha spiegato nel corso della lectio magistralis che venerdì ha tenuto dall’aula magna Mario Arcelli dell’università Luiss Guido Carli di Roma. Un’evento intitolato “Il diritto alla felicità”, in cui Cucinelli ha dialogato con l’ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Gianni Letta.
L’ispirazione
“Il mio sogno era rendere dignità al lavoro. Volevo creare un’impresa, facendo profitti sì perché sono capitalista, ma con etica e morale, senza recar danni all’umanità” ha spiegato in apertura Cucinelli. L’imprenditore ha poi raccontato come l’ispirazione gli sia venuta da bambino, guardando gli occhi lucidi di suo padre “umiliato dal datore di lavoro”. “Volevo che le persone lavorassero in luoghi leggermente migliori e guadagnassero qualcosa in più – continua Cucinelli -. Che il luogo di lavoro aiutasse a curare il mal dell’anima“.
Nell’anno del Covid
Il 2020 ha messo tutti di fronte a grandi difficoltà e problemi. Una situazione che ha spinto alcuni a ridurre il personale o tagliare i salari, ma non Cucinelli. “Con l’arrivo della pandemia ho preso tre scelte forti, ma ho capito che erano eccezionali per come mi hanno guardato i ragazzi che lavorano a Solomeo – aggiunge -. Il 12 marzo ho detto che secondo me quella che stavamo per affrontare era una crisi congiunturale e non strutturale. Sarebbe stata fortissima, ma avremmo dovuto comportarci in una certa maniera”. Da qui le scelte: “Primo non licenziamo nessuno e poi garantiamo a tutti lo stesso stipendio dell’anno passato – elenca Cucinelli -. Secondo non chiediamo sconti a nessuno, perché chiedere sconti in un momento difficile non è una questione morale di grande qualità. E poi tutto quello che sarà in sovrappiù andrà a un progetto per l’umanità“.
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