Nel 2017 in Spagna il mercato dei beni di lusso (escluse le auto) è cresciuto del 9% su base annua, raggiungendo un giro d’affari di 9,2 miliardi di euro complessivi. La categoria dei beni personali (moda, accessori, beauty e orologeria) non solo rappresenta più della metà del mercato (5,1 miliardi di euro), ma cresce a ritmi più sostenuti della media (+12%). L’alto di gamma iberico, insomma, rimane per proporzioni inferiore ad altri mercati continentali (Italia e Francia soprattutto) ma si sviluppa a ritmo sostenuto. Lo sostengono le elaborazioni di Bain&Co pubblicate da El Paìs: mentre Madrid e Barcellona si confermano le due capitali dello shopping (qui si staccano scontrini per 4,1 miliardi complessivi), l’85% della spesa è compiuta da turisti, soprattutto cinesi (35% del totale). Mentre nel 2017 il lusso ha corso, a gennaio 2018 la conceria spagnola ha conosciuto un trend ambivalente. Stando ai dati della Direzione Generale delle Dogane, sul fronte dell’export nel primo mese dell’anno Madrid ha visto tracollare il fatturato estero delle pelli grezze (-34,1%), mentre quello delle semilavorate è aumentato dell’8,9% e quello delle finite si trova in area negativa (-0,9%). L’import di materia prima conciaria, invece, è cresciuto del 14,9%; meglio sono andati gli acquisti di finite (+20,5%), mentre le semilavorate cedono il 2,5%. Secondo Lederpiel, la bilancia commerciale della concia iberica è in positivo per 7,2 milioni di euro.
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