Anche Ferragamo si aggrappa all’Asia. Il terzo trimestre si chiude in utile grazie a un calo delle vendite meno pronunciato rispetto ai precedenti, -18,9%. Il brand di lusso, che ha reso noti i risultati dei primi 9 mesi dell’anno, ha preferito non fornire una previsione di chiusura bilancio. Perché? A causa, ça va sans dire, della situazione incerta. Ferragamo conferma “il suo impegno a ridurre i costi per limitare l’impatto delle dinamiche sfavorevoli del periodo in corso”.
I risultati
Il brand guidato da Ferruccio Ferragamo (nella foto) dichiara che nel periodo luglio-settembre i ricavi sono scesi del 18,9%. Il risultato operativo (EBIT) è, invece, positivo per 4 milioni di euro. Secondo un sondaggio Reuters, gli analisti si aspettavano un calo delle vendite del 20%. I primi nove mesi del 2020 si sono chiusi con vendite a 611 milioni di euro (-38,6% a tassi di cambio costanti). Il risultato è leggermente superiore alla stima degli analisti di 608 milioni di euro. Lo stesso dicasi per l’Ebitda: 78 milioni di euro rilevati rispetto ai 72 previsti. La perdita è di 96 milioni di euro, rispetto ad un utile di 61 milioni di euro nei primi nove mesi del 2019. A cambi costanti, le entrate delle calzature si sono ridotte del 40%, quelle di leather goods e borse del 33,7%. Insieme generano l’84% del fatturato della griffe.
Si aggrappa all’Asia
Secondo la nota della società, nel periodo luglio-settembre le vendite nei negozi diretti in Cina hanno registrato un aumento del 38,3% a cambi costanti, con “un’ulteriore accelerazione nel mese di ottobre”. Crescita “solida” anche negli store di Corea e Taiwan. Micaela Le Divelec Lemmi, CEO di Ferragamo, dall’ultimo trimestre dell’anno si aspetta un miglioramento rispetto al terzo, grazie anche ai consumi domestici dei cinesi che non possono fare shopping all’estero. Lo riporta Il Sole 24 Ore. (mv)
Nella foto, a sinistra una delle ultime sneaker griffate Ferragamo e, a destra, Salvatore Ferragamo (Imagoeconomica)
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