La notizia positiva che ha tra le mani una griffe in stato di salute. Quella negativa, o per lo meno critica, è che bisogna adesso vedere se al momento delle vendite è in grado di dare continuità al momento positivo. I dati del terzo trimestre 2016 (il primo del nuovo anno fiscale) dicono che il fatturato di Christiane Dior Couture è in crescita del 7% sull’anno precedente, con ricavi a 502 milioni di euro. Del 7% è anche la progressione delle vendite retail. Il dato fa riferimento al periodo successivo alla dipartita di Raf Simons, quando le collezioni sono state preparate senza un direttore creativo in carica. Per Maria Grazia Chiuri (nella foto), che ha esordito alla guida di Dior alla Fashion Week parigina dello scorso settembre, ora la prova vendite sarà più delicata. Anche perché il suo ex socio Pierpaolo Piccioli, con cui ha a lungo collaborato, porta Valentino a chiudere l’anno a un tasso di crescita orientativo del 10%. Non basta Brexit, intanto, a salvare Burberry. Si è detto che la sterlina debole aiuta le griffe inglesi a vendere di più: e infatti nel primo semestre 2016 il brand guidato da Christopher Bailey ottiene un +2% nel retail. Ciononostante, il fatturato del gruppo (1,7 miliardi) cala complessivamente del 4%. (rp)
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