“La pelle è la pelle”. CHANEL lavora al proprio futuro, consolida la filiera e fonda con 19M un centro di produzione e innovazione. Ma la griffe ha una certezza incrollabile: per quanto potrà andare lontano la ricerca sui materiali, alcuni pilastri non cambieranno. Uno su tutti: la pelle.
Parola di Pavlovsky
Lo spiega all’edizione francese di Fashion Network Bruno Pavlovsky, presidente di CHANEL. Guardando alle trasformazioni dell’industria del lusso, il manager spiega che “il futuro sarà un mix tra ciò che stiamo facendo oggi con l’apporto delle nuove tecnologie, anche se non so ancora quali. Per ricami, bottoni, gioielli, lavoriamo molto con il 3D. Cinque anni fa, non pensavamo che saremmo stati in grado di arrivare a questo punto”. Il percorso prevede un continuo lavoro di riallineamento delle pratiche: “Cerchiamo di far evolvere progressivamente i mestieri del lusso – afferma Pavlosvsky –, combinando il loro know-how ancestrale con la tecnologia”. Anche una rivoluzione, come quella che sta vivendo il fashion industry, conosce dei limiti: “Ma non inventiamo nuovi materiali – assicura –: la pelle è la pelle!”.
Filiera
CHANEL ha quasi approntato 19M, la nuova sede parigina (25.000 metri quadri, 600 dipendenti) dove saranno concentrate le attività di 11 dei 31 atelier del gruppo. Il polo è candidato a divenire l’incubatore e il propulsore dell’innovatività della griffe. Che, dal canto suo, lavora al consolidamento della filiera tramite operazioni di acquisto dei fornitori. “Con noi, potranno contare su un partner solido, che li aiuterà a perpetuare il proprio savoir faire e a rivedere le loro ambizioni verso l’alto – conclude Pavlovsky –. Da parte di CHANEL, l’idea è l’eccellenza di queste aziende con cui collaboriamo da molti anni e con le quali condividiamo la stessa visione. In linea con la nostra strategia, Mabi, Corti e Grandis continueranno a lavorare con tutti i loro clienti”.