“Gucci ha quasi 11mila dipendenti: con tutta l’autostima che posso avere, non mi permetterei mai di pensare di essere più intelligente di ognuno di loro. Il nostro compito è far capire dove vogliamo andare e dare alle persone la possibilità di esprimersi”. Così parlò Marco Bizzarri, ceo di Gucci, in un’intervista pubblicata venerdì scorso da IlSole24Ore. Nominato nel dicembre 2014, Bizzarri sulle pagine del quotidiano di Confindustria ha commentato la positività di Gucci, coincisa non solo con il suo arrivo, ma anche con l’ingresso dello stilista Alessandro Michele. Una positività confermata dai dati trimestrali: 894,2 milioni di euro da gennaio a marzo, +3,1%. “In questo periodo – ha detto Bizzarri – il settore del lusso, nel suo complesso, è stato deludente e noi siamo andati meglio di molti competitor. Stiamo prendendo quote di mercato, ma è appena cominciata: primo, perché è da poco che le collezioni di Alessandro sono arrivate nei negozi. Secondo, ci vuole del tempo perché il consumatore percepisca e apprezzi il cambiamento di posizionamento”. Sulla ripartizione dei ricavi (57% pelletteria, calzatura 14%, abbigliamento 11%) Bizzarri ritiene che “come tutti sanno, i margini della pelletteria sono i più alti. Ma io sono molto felice che nell’ultimo trimestre a correre di più siano state le scarpe e che sia ripartito anche l’abbigliamento. Non si può guardare solo ai margini: calzature e ready-to-wear, sia nella donna sia nell’uomo, creano un legame molto più forte con il cliente. Nelle borse, purtroppo o per fortuna, c’è molta più volatilità”. Infine, il rapporto con i fornitori: “Stiamo ridisegnando la supply chain della pelletteria, che resta ovviamente radicata in Toscana e vogliamo continuare a essere capofiliera responsabili e all’avanguardia per responsabilità ambientale e sociale. Però c’erano e ci sono ancora margini di miglioramento per il time-to-market, senza ovviamente pensare di arrivare ai tempi del fast fashion”.
“Il nostro rilancio è appena iniziato”. Parola di Marco Bizzarri, ceo di Gucci
