Ottimismo, nonostante tutto. Sarà per la crescita dell’online. Sarà per la spinta che arriva dai consumatori cinesi, come dimostra la recente Golden Week. Sarà perché i mercati stanno imparando a convivere con CRV e il periodo estivo è stato migliore del previsto, come conferma il bilancio di LVMH. Morale: per il lusso la fiducia profuma d’Oriente.
La fiducia profuma d’Oriente
A rivelarlo è un sondaggio condotto dalla società di consulenza francese MAD che, a inizio settembre, ha intervistato 57 manager dell’industria del lusso. E tutti appaiono fermamente convinti che il 2020 sia semplicemente “un periodo anomalo con conseguenze relativamente limitate nel tempo”. In altre parole, solo 3 manager su 10 ritengono che occorreranno più di due anni affinché il settore si riprenda. Gli altri pensano di tornare ai livelli di fatturato del 2019 entro il 2021 o, al massimo, entro il 2022.
I 3 driver della (ri)crescita
I manager intervistati ritengono che la (ri)crescita sarà guidata principalmente da 3 fattori. Primo: il miglioramento dell’informazione del consumatore finale (secondo il 62% degli intervistati). Secondo: Cina e consumo locale (circa il 60%). Terzo: le nuove strategie di distribuzione (45%). “È prevedibile un’accelerazione degli investimenti in Cina – spiega a Fashion Network Thomas Mesmin, uno degli autori dell’analisi – con l’apertura di decine di negozi. Mentre le reti di vendita al dettaglio e il personale in Europa saranno notevolmente semplificati”. Gli investimenti? Diretti verso 5 direzioni: e-commerce (secondo l’86% degli intervistati), comunicazione digitale (74%), strumenti di CRM (Customer Relationship Management, 61%), retail in Cina (57%) ed esperienza del cliente (53%). E l’80% degli intervistati ritiene di essere ben attrezzato per gestire un’impennata della domanda locale in Cina.
Il caso della Golden Week
Un’impennata che ha trovato nuova conferma nella Golden Week. Secondo il China Commerce Department tra il 1° e l’8 ottobre 2020 sono stati spesi 200 miliardi di euro in acquisti, ristoranti e hotel: +4,9%sul 2019. Oltre 305 milioni di persone sono entrate negli shopping mall e department store, ma sono cresciute anche le transazioni digitali. Per esempio: +30% per WeChat Pay e +79,4% su Tmall Global. Tra i beni più richiesti, però, non figurano scarpe e borse, ma beauty e profumi, orologi e gioielli. Santiago Mazza, digital advisor di Retex (che opera sul retail cinese ed è unico partner europeo di Tencent / Wechat) spiega a Il Sole 24 Ore che la tendenza di consumo sia quella di acquistare brand del lusso europeo (grandi griffe, ma anche marchi di nicchia) nelle aree tax free e utilizzando Tmall Global o i miniprogram di Wechat. (mv)
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