Per Fendi la pelliccia non è più la stessa: Lagerfeld gioca coi materiali, il ceo la toglie dal nome della collezione

Un gioco di dissonanze cognitive: quella che sembra proprio una bella pelliccia, in realtà non lo è, mentre quella che non parrebbe esserlo, si rivela preziosa pelle con pelo. Per la collezione di Fendi presentata durante l’ultimo show parigino, Karl Lagerfeld ha svelato al pubblico capi eccezionali che mettono a dura prova la capacità di riconoscere di primo acchito i materiali. L’atelier della griffe, ibridando le lavorazioni, è riuscito a offrire ad esempio un tailleur che, all’apparenza in cashmere, è composto da 800 striscioline e 1.400 quadratini di visone rasato, e poi un cappotto che sembra in kidassia, me invece è in chiffon e organza. Fendi esplode e amplia il concetto di pelliccia proprio quando rielabora la propria identità stilistica. A iniziare dal nome della collezione, che passa da Fendi Fourrure a Fendi Couture. Come spiega il ceo Serge Brunschwig, la nuova è “una definizione che corrisponde meglio a quello che facciamo: un fantastico servizio di alta moda. Inizialmente la collezione venne lanciata con un focus sulla pellicceria – continua –. Il progetto nel corso del tempo si è evoluto, esaltando il know how della maison, esteso a più materiali, così come Fendi ha ampliato la sua offerta di prodotto”. (foto da fashionnetwork.it)

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