Gli effetti del Coronavirus accompagneranno la moda italiana per tutto l’anno. Per gli analisti intervistati da MFF, il lusso italiano tornerà alla normalità a fine 2020, nella migliore delle prospettive. Gli elementi sono concatenati: mentre il mercato del prodotto finito dipende dalla fiducia dei consumatori internazionali, la produzione nostrana è condizionata dalle misure restrittive in vigore.
Il lusso torna alla normalità
“Sul lato della domanda, il Coronavirus avrà l’effetto di deprimere significativamente il mercato della moda e del lusso nel 2020 – riconosce Luca Solca di Bernstein –, non solo perché ha toccato i cinesi, ma perché ora colpisce europei e americani”. Il ragionamento corre su un duplice binario, dicevamo: a quello del sell-out del prodotto finito si sovrappone quello della manifattura. “Occorre vedere se in Italia le misure introdotte dal governo – continua Solca –, che cercano di conciliare il tentativo di ridurre la diffusione del virus, funzioneranno. Se così non fosse e si dovesse decidere di fermare le attività produttive come in Hubei, l’impatto sulla produzione italiana sarà importante”.
Attese e tremori
L’emergenza lascerà il segno, in ogni caso. Le voci raccolte da MFF evidenziano diverse possibili prospettive. Da un lato ci sono i grandi gruppi, dalle strutture e dall’elasticità per reagire a un frangente di incertezze. Dall’altro, proprio per questo, speranze di reshoring nel Belpaese che potrebbero trasformarsi invece in nuove delocalizzazioni. “Le aziende internazionali del lusso potrebbero tornare alla normalità prima di quelle italiane”, afferma Erika Andreetta di PwC Italia. “Si potrà parlare di stabilizzazione a partire dal quarto trimestre del 2020 e dal periodo natalizio – riconosce ancora con MFF Flavio Cereda (Jefferies) –, ma la perdita di fatturato cui assisteremo nei prossimi mesi non avrà precedenti”.
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