Meglio dell’anno dell’esplosione del coronavirus, ed è già qualcosa. Ma non molto di più: secondo le previsioni di Jefferies, il 2021 del lusso finirà con un +10% medio che ricompensa solo in parte il danno della pandemia. Il primo trimestre sarà quello che, in confronto con l’analogo periodo dell’anno precedente, segnerà la variazione percentuale migliore. Poi, si prevede che la differenza tra le performance andrà assottigliandosi.
Il 2021 del lusso
“Il nostro parere è che quest’anno ci sarà un rimbalzo solo del 10% – spiega a MFF Flavio Cereda, managing director luxury equity della banca statunitense –. O, comunque, ben al di sotto della metà di ciò che è stato perso con l’alta volatilità”. Secondo le stime del report di Jefferies (2021 – The Doppelgänger), il giro d’affari del lusso e della gioielleria nel 2020 ha perso in media il 31% nel mondo, esclusa la Cina. Già, perché la Repubblica Popolare, come ormai è noto, gioca una partita a parte. “Reputiamo che il cluster cinese abbia rappresentato il 45% della spesa globale del lusso – continua Cereda – contro il 37% del 2019, con un andamento annuo stimato in leggera flessione del 5%”. Lo shopping interno cinese va incontro a una normalizzazione: nel 2021 varrà una quota del 36-37% del giro d’affari mondiale, secondo Jefferies, mentre entro il 2021 scenderà al 31%. Ma è a Pechino che si decidono le sorti delle griffe.
Nella foto Imagoeconomica: Milano, Galleria Vittorio Emanuele
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