Per Moncler e Chanel la Cina è un grosso problema (oggi)

Per Moncler e Chanel la Cina è un grosso problema (oggi)

Certo, Remo Ruffini predica lungimiranza: “Mai guardare al trimestre”. La Cina è un grosso problema per le griffe del lusso nell’attuale congiuntura, ma non per questo è una piazza da abbandonare. Anzi. Pure dai piani alti di Chanel predicano una prudenza simile. Sarà. Ma, intanto, trova conferma una realtà: la lentezza del mercato della Repubblica Popolare si traduce nella “fatica” dell’intero comparto dell’alto di gamma.

La Cina è un grosso problema

Frederic Grangie, che per Chanel dirige la divisione Gioielli e Orologi, si aspetta che il “2025 e 2026 saranno complicati per il lusso”. C’entra la Cina, dicevamo, dove la griffe (che gode della prospettiva dell’azienda a gestione familiare) è relativamente poco esposta. Ma a suo dire i problemi cinesi, per quanto il settore sia allenato a superare le crisi, esaspereranno la “stanchezza da lusso”. Di che si tratta? “C’è una sensazione che colpisce i mercati maturi – spiega Grangie a Le Temps –. I clienti iniziano a chiedersi che senso abbia il settore: la nostra clientela è stanca di essere bastonata dal lusso”.

 

 

Domani sarà un giorno migliore

Remo Ruffini, patron del gruppo Moncler, in questi giorni è impegnato a Shanghai con il mega-evento The City of Genius (in foto a sinistra). Parlando con MFF, non nasconde quanto la piazza sia importante per la società (“rappresenta un terzo delle nostre vendite”). Tantomeno nega le difficoltà che vi si incontrano. “Sicuramente ci sono rallentamento e volatilità – sono le sue parole –. Non è più come tre anni fa”. Ma Ruffini preferisce dispiegare l’ottimismo da imprenditore e ragionare in chiave prospettica. Per sé: “È un mercato dove ci conoscono, ma talmente grande che ci conoscono relativamente in pochi”. E per il sistema: “Il nostro settore è quello meno in crisi in Cina – conclude –. La vera crisi è quella dell’immobiliare, che si è portata dietro il terziario. La Cina sarà sicuramente una regione con un grande potenziale in futuro e non possiamo che pensare a medio-lungo periodo”.

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