Il governo del Messico ha accusato Louis Vuitton di appropriazione culturale. “Abbiamo appreso con sorpresa che nella collezione Dolls di Raw Edges, una sedia (modello R98619) riproduce elementi che fanno parte e sono identificati con il ricamo prodotto e di proprietà intellettuale della comunità di Tenango de Doria“.
La sedia della discordia
Così recita la lettera datata 5 luglio, firmata dal ministro messicano alla Cultura Alejandra Frausto. La sedia (che non è più disponibile sui siti internet della griffe) era stata posta in vendita a 12.800 sterline insiene alle altre che compongono una collezione che combina vari materiali con la pelle, si basa su suggestioni etniche e fa part del progettoi di design Objets Nomades. Secondo viernestradicional.impacto.org.mx, infatti, la griffe francese descrive la sedia come un prodotto che prende ispirazione dalle diverse culture del mondo.
Doppia appropriazione
Secondo il portale messicano l’appropriazione sarebbe doppia. La prima è quella dei designer dello studio londinese Raw Edges che riprende il ricamo tipico della comunità Otomi, stabilitasi a Tenango de Doria. La seconda è quella di Louis Vuitton che ne accetta il design.
Il tavolo di lavoro
Il governo messicano ha invitato l’azienda francese a partecipare a “un tavolo di lavoro” insieme alle comunità indigene. Obiettivo: ottenere “benefici diretti e concreti per tutte le parti” e “dare il dovuto riconoscimento alla comunità oggetto dell’appropriazione culturale”. LVMH non avrebbe ancora risposto.
Il precedente
Meno di un mese fa, sempre il Messico aveva accusato il marchio Carolina Herrera per aver utilizzato, nella collezione Resort 2020, un motivo che riproduce quello tipico degli indigeni messicani. Un caso, quest’ultimo, che approderà all’ONU nel contesto di una discussione sullo sviluppo sostenibile. Titolo: “Promuovere l’inclusione e rendere visibile l’invisibile”. (mv)
Immagine tratta da viernestradicional.impacto.org.mx