“Siamo tutti colpevoli: abbiamo spinto tutti troppo forte, imponendo troppa rapidità al sistema, senza lasciare al pubblico il tempo di apprezzare davvero le proposte”. Il commento di Anne Wintour, direttore di Vogue, comprende un atto di contrizione. Ma questo non oscura il senso del suo messaggio: il lusso deve rallentare. Ora che la pandemia di Coronavirus ha stravolto il mondo a tutti i livelli, l’alto di gamma deve ritrovare la propria identità: “Il lusso dovrebbe durare, avere qualità, essere emozionale e ricco di significato”.
Il lusso deve rallentare
Negli ultimi anni abbiamo fatto la conoscenza del termine disruption. Nel 2020, però, l’elemento in grado di rivoluzionare lo status quo non è stato un designer geniale o un CEO lungimirante, bensì la pandemia. Il suo tocco, come sappiamo, non è dolce. “L’impatto di Coronavirus è catastrofico a tutti i livelli: non solo per piccole aziende e giovani designer – spiega Wintour, in collegamento con CNBC –. Il frangente costringe tutti a ripensare che cosa rappresenti il fashion system, che cosa significhi, quanto vale”. È su queste premesse che la giornalista finisce per aggiungere il proprio nome alla lista di quanti, da Giorgio Armani a Dries Van Noten, auspicano che il lusso abbandoni le pratiche del fast fashion: “Il pubblico vuole comprare brand in linea con i propri valori – dice –. Brand che hanno un significato. I clienti saranno più attenti alla qualità del prodotto, quale che sia il price point”.
Too fast
L’alto di gamma, dunque deve dimostrarsi proattivo. La pandemia rappresenta “un’opportunità per rallentare”. Per i marchi è arrivata l’ora di “produrre meno e fare in modo che l’opinione pubblica si innamori di nuovo della creatività e della passione della moda – tuona Wintour –. È tempo di minor enfasi sulla rapidità del cambiamento e di maggiore attenzione sul contenuto della novità”.
Il sostegno ai piccoli e ai giovani
Il direttore di Vogue, ben più di un semplice osservatore dell’industria della moda, interviene sulle frequenze di CNBC per presentare le iniziative che Vogue ha messo in campo con CFDA a favore delle piccole imprese e dei giovani designer: dopo la raccolta fondi per sostenere l’accesso al credito, ora l’accordo con Amazon Fashion per offrire una vetrina a 20 stilisti emergenti. “Lusso, lusso accessibile, o comunque si definisca il segmento di appartenenza – conclude –, le piccole realtà sono tutte nella stessa condizione: mancano gli introiti. È importante dare il segnale che c’è un futuro per i giovani designer, che c’è un futuro per la creatività negli Stati Uniti”.
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