Perché Chiuri si è innervosita con 7 alla domanda sul suo futuro?

Perché Chiuri si è innervosita con 7 alla domanda sul suo futuro?

Parla molto dei grandi stilisti del passato, soprattutto quello che ha fondato il brand che ora è guida. Parla di Oriana Fallaci. E parla (tradendo una certa insofferenza) delle strettoie del fashion system odierno. Ma quando si arriva alla domanda sul suo futuro, si innervosisce. “A Roma i rumors la danno presto di ritorno – riporta Daniela Monti di 7 de Il Corriere della Sera –, ma su questo Chiuri interrompe brusca. Parafrasando la chiusa dell’intervista di Fallaci a Giovan Battista Giorgini, nella casa di Chiuri, dove si parlano tutte le lingue, nessuno azzarda ancora cadenze romane”.

Il contesto

Certo, il contesto è quello di un’intervista culturale. Maria Grazia Chiuri (in foto, d’archivio) ha firmato la prefazione di “Processo alla minigonna” (Rizzoli), raccolta di scritti di Fallaci. L’occasione è utile a fare confronti tra la moda di ieri e quella di oggi, e la stilista ne approfitta per esprimere il proprio malcontento per le dinamiche odierne. “La mia generazione è cresciuta molto più libera, meno condizionata dai social media, dal confronto continuo – racconta, ad esempio –. In questo sento di essere stata fortunata”. Mentre si vuole scrollare di dosso l’onere del risultato. “Credo che nella vita tutti i giorni ci siano situazioni positive e situazioni negative, e impari sempre più dalle seconde che dalle prime. Non sono mai stata ossessionata né dal vincere, né dal perdere – argomenta –. In me, piuttosto, è molto forte l’idea della scoperta, della curiosità, dell’imparare sempre qualcosa. Non ho mai fatto programmi tipo: voglio andare lì e fare questo e se non succede ho perso la sfida. Non ragiono così”.

 

 

Però l’ansia dei risultati c’è

Chiuri, purtroppo per lei, deve fare i conti con i risultati di Dior: sono proprio quelli ad aver spinto la comunità finanziaria a mettere in discussione la sua posizione. “Ho iniziato a lavorare a 22 anni, era un’altra epoca. Oggi con i nuovi media questo settore ha preso tutt’altre dimensioni: prima il tuo lavoro era comunque settoriale, rivolto a una comunità piccola, adesso è quasi un canale comunicazionale sempre aperto”. Un ecosistema che mette maggiore pressione sugli stilisti: “Sicuramente i risultati economici rientrano nelle performance come per qualunque altra azienda – riconosce Chiuri –, c’è una performance creativa e una di risultati. L’ottimale è ottenere entrambe”. Di più, però, non vuole dire. E quando l’intervistatrice accenna ai rumors sul suo futuro (che la danno prossima direttrice di Fendi) si rifiuta di andare avanti.

Sullo sfondo, un prodotto Dior

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