La platea è quella del Fashion Summit in corso a Copenaghen (è iniziato ieri, si conclude oggi), kermesse danese dedicata al dibattito su “soluzioni sostenibili per l’industria della moda”. L’intervento che ha fatto, per ora, più parlare è stato quello del ceo di Kering, François-Henri Pinault (nella foto tratta dall’account Twitter del Copenaghen Fashion Summit), che presentando tutte le attività green della sua multinazionale e delle griffe che possiede (tra le altre: Gucci, Saint Laurent, Bottega Veneta) ha lanciato la proposta che “i manager dei grandi gruppi globali” si coalizzino in nome della sostenibilità. Come riportano i media, Pinault ha dichiarato che “non è vero che i grandi gruppi non si stanno muovendo. Ciascuno fa individualmente molte cose, ma il fatto è che non c’è collettività. Dobbiamo pensare a un’intelligenza collettiva, perché siamo in una situazione di emergenza. Il settore privato non è abituato a farlo, ma è necessario cambiare e lavorare al di là di quello facciamo a livello di singole società. Dobbiamo lavorare insieme e avere obiettivi comuni”. Parole che si spiegano con il fatto che lo stesso ceo di Kering ha accettato “una missione” affidatagli dal presidente francese Emmanuel Macron nell’ambito del prossimo G7 (Biarritz, 24/26 agosto): “È un mandato ufficiale – si legge su fashionnetwork -. Dobbiamo creare una coalizione. Invito i ceo a raggiungere questo movimento e ad assumersi degli impegni attraverso il Fashion Pacte”. La scelta di Pinault non è casual: secondo l’Eliseo la moda rappresenterebbe una formidabile leva sociale di sensibilizzazione green. “Voglio convincere i miei pari – ha dichiarato Pinault – che bisogna partire anche se non abbiamo ancora tutte le risposte. Bisogna accettare di essere a disagio, questo ci spingerà a proseguire. Noi abbiamo annunciato di voler ridurre il nostro impatto del 40% entro il 2025. Abbiamo già una soluzione per il 20%; per il restante 20% dovremo trovarla. Ma è questo il modo di procedere. E le soluzioni trovate dovranno essere open source. È un nuovo stato mentale”. Nuovo al punto, conclude il patron di Kering che “Trimestre dopo trimestre, le società sono giudicate in base alle performance finanziarie. Considerare anche le performance ambientali e sociali cambierebbe le priorità nei guadagni a breve termine. Spero di convincere i dirigenti di questi grandi organismi finanziari. Sono una decina di persone e riuscirci vorrebbe dire cambiare i principi del business come lo conosciamo”.
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