Wall Street premia gli sforzi di Michael Kors nel ridare forza alla propria identità e alle proprie collezioni. Dall’8 agosto scorso, giorno in cui l’azienda ha riportato profitti e vendite superiori alle attese, le sue quotazioni in Borsa sono aumentate di un terzo del valore e mercoledì scorso hanno riportato il +1,2%. Kors sta tagliando parte delle attività promozionali (per le quali era divenuto il “simbolo delle vendite promozionali”), vuole ridurre dal 40 al 30% l’impatto delle partnership nel retail, sta programmando la chiusura di 125 negozi e il riammodernamento di un centinaio, estende i cataloghi, investe pesantemente nella calzatura (si veda l’acquisizione di Jimmy Choo) ed ha elevato la qualità di parte delle collezioni di pelletteria. Aspetto, quest’ultimo, dimostrato dagli investimenti promozionali sul modello Bancroft, borsa made in Italy in vendita tra i 1.000 e i 2.500 dollari. La nuova strategia prevede anche che, in negozio, il personale sia più formato sia sul prodotto che sulla moda, trasformandosi in una sorta di personal shopper per la clientela: “Quando ciascuno dei nostri clienti esce dal negozio, deve avere la percezione che sia stato lo stesso Michael a offrirgli i suggerimenti di acquisto e abbinamento” ha sintetizzato il ceo John Idol. “I servizi personalizzati sono necessari – spiega Pamela Danziger dello studio di ricerca sul lusso Unity Marketing – e l’assistenza stilistica durante l’acquisto può permettere a Kors un ulteriore upgrading di immagine e reputazione”. (pt)
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