Ampliare l’offerta online, ma tenendo comunque una quota del catalogo acquistabile solo nei negozi. Aumentare il prezzo mediano (+3% medio) dei prodotti disponibili, ma abbassando la fascia dell’entry level. È su questo doppio binario, in estrema sintesi, che si stanno articolando le strategie di prodotto e di pricing delle griffe d’alto di gamma nel rapporto tra web e retail fisico. Lo sostiene, sulla base di un’analisi condotta su 32 brand tra il 2014 e il 2016, il rapporto “Online Offer Dive & Pricing Landscape FW16/17” condotto da Conctaclab e Exane Bnp Paribas. La cornice di massima, dicevamo, è quella di un settore dove la proposta online cresce, ma si cerca di mantenere la necessità, per il cliente, di frequentare le boutique. Ogni griffe, però, articola la propria strategia in maniera autonoma e differente. Mentre Prada e Ferragamo hanno decisamente aumentato l’offerta online, ad esempio, Gucci l’ha ridotta (soprattutto in settori strategici come borse e soft luxury), spingendo sul ready-to-wear. In maniera simile, ma con obiettivi diversi, si è mossa la britannica Burberry, che per aumentare l’esclusività del brand ha ridotto drasticamente l’offerta, consolidando la presenza di marchi minori come Brit. Secondo Marco Pozzi, senior advisor di Contaclab, “Sebbene i prezzi massimi dei prodotti acquistabili online siano aumentati, ben 11 brand sui 32 analizzati vendono prodotti a un prezzo inferiore ai 20 dollari: il canale online, infatti, è ideale per attirare i clienti più aspirazionali”.
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