Possiamo reggere su quei VIC che “non hanno problemi coi prezzi”?

Possiamo reggere su quei VIC che “non hanno problemi coi prezzi”?

Parlando con Financial Time, Sidney Toledano prova a predicare ottimismo. “In sofferenza è il lusso accessibile, non l’alto di gamma”. Perché i cosiddetti VIC (Very Important Clients) non hanno problemi coi prezzi praticati dalle griffe: cercano l’elevata qualità e, quando la trovano, non badano a spese. Bene, per le maison che si collocano alla sommità della piramide del lusso. Ma non benissimo per tutto il sistema.

Grazie a quelli che non hanno problemi coi prezzi

“I clienti dell’alto di gamma hanno alta capacità di spesa – sono le parole di Toledano (in foto Shutterstock) a margine della fashion week parigina –. Comprano l’haute couture perché vogliono qualità, vogliono dettagli, vogliono creatività”. Lui, membro esecutivo della Fédération de la Haute Couture et de la Mode, avrà visto i risultati di gruppi come Chanel ed Hermès, o Brunello Cucinelli (per parlare degli italiani). Ma a capo di una crisi sistemica iniziata alla fine del 2023 e di cui ancora non si conosce la fine, non può sottovalutare la congiuntura se anche la sua vecchia holding (è stato CEO di Dior e di LVMH Fashion Group) ha subito il colpo d’arresto.

 

 

Pure FT si fa qualche domanda

D’altronde anche il Financial Time, en passant, si chiede quanto possa essere incoraggiante la tenuta del solo altissimo di gamma. Certo, “stilisti e dirigenti affermano che è utile per rafforzare i legami con i clienti di prima fascia”, così come “per attirare i talenti a tutti i livelli dell’organizzazione e migliorare l’immagine della maison”. Ma, venendo alle venali questioni di fatturato, l’haute couture, che “rappresenta l’apice dell’alta moda”, “non è un business significativo di per sé”. Al sistema moda nel suo insieme, insomma, serve di più.

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