Nel corso di un’intervista rilasciata all’agenzia Reuters, il presidente di Prada, Carlo Mazzi (nella foto), ha parlato delle difficoltà asiatiche: “Al pari della concorrenza, abbiamo cercato di rinegoziare gli affitti in aree come Hong Kong e Macau, ma abbiamo trovato rigidità nella controparte”. La Cina “era l’Eldorado, oggi è solo un mercato interessante, riteniamo possa ritornare ad essere positivo, ma non è facile prevedere in quanto tempo” ha affermato. L’area Asia-Pacific costituisce il 36% dei ricavi aziendali, la sola Cina contribuisce con il 22% (774 milioni di euro), ma l’esposizione della griffe su questi mercati è enorme poiché dal 2011 ha inaugurato 260 negozi. Nell’ultimo trimestre, però, le vendite sono rallentate del 17% a causa, principalmente, di Hong Kong e Macau. “La chiusura dei negozi cinesi non è presa in considerazione – ha proseguito – Non confondiamo la Cina col Sudamerica, messo in ginocchio dalla caduta dei prezzi del petrolio. La Cina non è a terra, deve solo correggere alcuni fattori economici”. (pt)
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