In modo diverso, rispondendo a strategie variegate, ma con una costante. Nel lusso tutti cedono agli e-sconti. Bernstein e RE Analytics hanno esaminato il rapporto sconti degli e-tailer e sconti dei brand. Si distingue chi ha fatto meno affidamento alle promozioni, e ora si qualifica tra i marchi più desiderabili. E chi, invece, ha sfruttato di più i ribassi.
Le piattaforme
L’analisi è partita nell’agosto 2019 e ha monitorato circa 600.000 prodotti in vendita in sette piattaforme online negli USA. Gli e-tailer ModaOperandi, Net-a-Porter e Mr. Porter hanno sempre privilegiato le vendite a prezzo pieno. Al contrario, MatchesFashion e Mytheresa hanno venduto appena meno della metà dei loro prodotti a prezzo pieno. Secondo Fashionmagazine, Farfetch, che ha un’offerta 10 volte più ampia degli altri competitor, si è posizionato a metà: il 60% dei suoi articoli sono venduti a prezzo pieno, mentre circa il 30% con uno sconto compreso tra il 20% e il 50%.
Tutti cedono agli e-sconti
Passando ai brand, non mancano le sorprese. Nelle piattaforme prese in considerazione, ad aprile 2020 Prada vendeva a prezzo pieno solo il 72% degli articoli. Poi ha cambiato strategia ed è diventato uno dei marchi con meno sconti. Burberry ha compiuto il percorso opposto. Nel corso del 2020, il marchio che meno ha fatto ricorso agli sconti è stato Gucci. Moncler, che nel secondo semestre del 2019 vendeva prevalentemente a prezzo pieno, dall’inizio del 2020 ha cominciato a cedere alle promozioni. Pochissimi sconti da parte di Bottega Veneta. Per restare in casa Kering, Balenciaga e Saint Laurent si collocano circa a metà della classifica dei 18 brand analizzati. Mentre dalla parte di LVMH, a metà classifica troviamo Fendi, mentre è più in basso Givenchy che pratica molte promozioni. Nelle posizioni più basse della graduatoria, e quindi con un maggior ricorso ai ribassi, troviamo Ferragamo e ancora più giù Tod’s. (mv)
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