Prada sotto la lente di NYT: se piace tanto, perché vende poco?

New York Times analizza Prada

Prada è noto (anche) per essere un reale punto di riferimento per tutti gli stilisti e gli operatori fashion. Ma: il grande entusiasmo e la considerazione per le sea proposte creative e di prodotto, faticano a tradursi in numeri altrettanto rilevanti. A sostenerlo è un’analisi pubblicata oggi da New York Times. La testata USA mette a confronto la partecipazione agli eventi firmati dalla griffe italiana e le lodi ricevute da ogni collezione con i bilanci altalenanti.

La contrazione
“Nel 2014 l’utile di Prada è sceso del 28% a 451 milioni di euro, dopo un rallentamento in Cina e forti investimenti del marchio. L’anno successivo è sceso di un ulteriore 27%, poi  -16% nel 2016 e -7% nel 2017 – scrive Elizabeth Paton sulle pagine di NYT -. L’anno scorso c’è stata un’altra serie di risultati scarsi per l’intero anno, sebbene Prada abbia registrato il primo aumento di vendite in cinque anni”. Un’analisi che tra le righe spinge a chiedersi se le collezioni di Prada non rischino di diventare un esercizio di stile destinato a pochi eletti. Addetti ai lavori, in pratica, capaci di apprezzarne il valore. Cosa non del tutto verificata considerando i consumatori finali.

La ripartenza
Se da un lato Elizabeth Paton ricorda come, nel 2017, Miuccia Prada spiegò di non voler essere giudicata dalle vendite (“la mia vita è molto più importante delle vendite”), dall’altro ricorda anche come la griffe abbia avviato un processo di rilancio che sta già mostrando i primi risultati. “Un profitto migliorato e un piccolo aumento delle vendite si possono cogliere nei risultati del primo semestre 2019 pubblicati il mese scorso” si legge nell’articolo del NYT.

 

Sottovalutazione digitale
Non solo. “L’outlet di lusso online Matchesfash-ion.com ha affermato che Prada è costantemente tra i suoi 10 marchi più importanti per lo stock di abbigliamento femminile e maschile, con una domanda in crescita nelle ultime stagioni – riprende Paton -. L’aggregatore di e-commerce Lyst ha affermato che le ricerche online di Prada sono aumentate del 156% quest’anno”. E c’è anche il portale second hand “RealReal che ha dichiarato che Prada era il quarto marchio più cercato sulla sua piattaforma“. Il nodo, dunque, potrebbe piuttosto essere legato alla sottovalutazione di alcuni canali o strumenti di vendita. Un’eventualità considerata dallo stesso Patrizio Bertelli il quale, sempre secondo il New York Times, in un’email inviata la scorsa settimana, in relazione al digitale spiegava: “Non direi che ci siano state delle sviste. Piuttosto c’è stata una sottovalutazione della velocità con cui il mercato ci chiedeva di apportare alcune modifiche”.

Immagini tratte da prada.com e nytimes.com

 

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